“Il mio nome è stato infangato, mentre il mio stesso accusatore resta anonimo”. Questo il commento del vescovo francese, mons. Jean-Michel Di Falco, all’indomani della decisione presa dal procuratore della Repubblica di chiudere il caso. Il vescovo ausiliare di Parigi, già portavoce della Conferenza episcopale francese, era stato accusato di “abusi sessuali” per fatti che risalirebbero al 1972 quando aveva 25 anni ed era direttore di un liceo parigino. Ad accusare il vescovo è un uomo di 41 anni la cui identità non è stata rivelata. Dopo essere stato interrogato a lungo nel pomeriggio del 19 marzo scorso dal Tribunale dei minori di Parigi, il procuratore della Repubblica ha archiviato il caso. Attraverso un comunicato diffuso il 21 marzo, mons. Di Falco afferma: “L’archiviazione non è dovuta solamente alla prescrizione del reato ma anche al mancato accertamento dei fatti. Ciò che conta è stabilire ciò che è vero o falso”. Nel giorno in cui la stampa francese ha reso pubblica la notizia, mons. Di Falco aveva immediatamente sporto denuncia per calunnia e invocato la sua innocenza, con l’appoggio della diocesi di Parigi.