“Di fronte alla follia che ha seminato la morte al municipio di Nanterre non è il momento delle spiegazioni ma della compassione”, ha dichiarato al Sir mons. François Favreau, vescovo di Nanterre, che si è recato immediatamente sul luogo della strage. All’una e un quarto del 27 marzo, al termine del consiglio comunale di Nanterre, alla periferia di Parigi, un uomo, Richard Durne, 33 anni, ha sparato con armi automatiche sui consiglieri, facendo otto morti e trenta feriti, 14 dei quali gravi. “Di fronte a questo assassinio cieco, ingiusto, un sentimento di rabbia e di rivolta è comprensibile. Questi uomini erano innocenti, disarmati. Gli abitanti di Nanterre sono rimasti annichiliti da questa notizia. E questo sentimento rischia di diffondersi tra tutti coloro che sono impegnati nella vita politica”, lamenta il vescovo. “Chi è dunque l’uomo per giungere ad uccidere un suo simile?”, si domanda il vescovo. “Dobbiamo imparare cosa è il bene e cosa è il male. Ora forse ci sarà un sussulto per ritrovare chi è l’uomo, la sua natura, la sua dignità! Le conseguenze di questo gesto saranno pesanti”, prevede mons. Favreau.