giovani" "
I giovani sono "laboratorio della fede" per la nuova ” “evangelizzazione, afferma don Aldo Giordano annunciando un simposio dei vescovi europei su questo tema” “
Si svolgerà a Roma dal 24 al 28 aprile il X Simposio dei vescovi europei che quest’anno avrà per tema “Giovani d’Europa nel cambiamento. Laboratori della fede” (cfr SirEuropa n.11/2002). Al simposio promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) – parteciperanno 90 vescovi e 34 giovani, scelti dalle Conferenze episcopali e da alcuni movimenti. Dall’Albania all’Ucraina sono rappresentate tutte le 34 Conferenze episcopali del continente. Seguiranno i lavori anche una delegazione della Kek (Conferenza delle Chiese europee) e una decina di giovani giornalisti provenienti da diversi paesi d’Europa. “A partire dalle esperienze di vita e di fede dei giovani spiega il Ccee – si delineeranno nuove prospettive (opportunità e sfide) per l’evangelizzazione e l’inculturazione del vangelo nell’Europa di oggi”. Al simposio sono attesi tutti i presidenti delle Conferenze episcopali che parteciperanno venerdì 26 alla plenaria del Ccee.
E’ una percezione comune che l’Europa è in fase di cambiamento: alcuni guardano a questo con preoccupazione e altri con attesa. I vescovi europei sentono come loro prima responsabilità l’urgenza di offrire agli abitanti di questa Europa la possibilità dell’incontro con la persona di Gesù Cristo. Questo incontro ha già trasformato la vita di tantissimi e anche la storia ma è ancora un fatto “giovane” in gran parte da scoprire nella sua novità. I simposi organizzati dal Ccee in questi decenni si sono sempre occupati di questo tema di fondo: l’evangelizzazione. Siamo alla vigilia del X simposio nel quale i vescovi vogliono verificare se il mondo dei giovani e la loro esperienza di fede è un varco o cartina tornasole privilegiata per comprendere più a fondo, da un lato, i cambiamenti sociali e culturali in corso nei nostri Paesi e, dall’altra, i segnali di una nuova fase della evangelizzazione e dell’inculturazione del cristianesimo in Europa. L’esperienza di fede dei giovani, pur in modo ambiguo, sembra contenere indicazioni nuove sulla possibilità di vivere la fede nella cultura attuale e sul fatto che il Vangelo risponda alle domande ed anche alle tragedie che l’umanità vive.
Il sottotitolo del simposio ha voluto riprendere l’espressione di Giovanni Paolo II pronunciata a Tor Vergata nell’agosto 2000 davanti a milioni di giovani: “laboratorio di fede”. Sia l’esperienza dei giovani come il simposio stesso sono considerati dei “laboratori” dove si effettua una ricerca, si verificano delle ipotesi e si individuano delle vie nuove. Forse anche per le “ondate” dell’evangelizzazione succede qualcosa di simile a quello che il filosofo della scienza Thomas Kuhn esprimeva nell’opera “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”: “Si entra in uno ‘stato di crisi’ della scienza ‘normale’ quando emergono dei problemi a cui il paradigma scientifico fino a quel momento accettato non è più in grado di rispondere. Avviene una ‘rivoluzione scientifica’ quando accade un salto di qualità e si individuano le strade per la soluzione dei problemi emersi e così si afferma un nuovo paradigma condiviso”. Forse i vescovi nel simposio faranno emergere per l’Europa le linee del nuovo “paradigma” dell’evangelizzazione che già comincia a percorrere le nostre vie, dopo un evidente “stato di crisi”, ma di cui probabilmente siamo ancora troppo poco coscienti. E’ chiaro che per le “cose” della Chiesa, la novità non sgorga da mere riflessioni sull’attualità o sul futuro, ma dal riandare a quel Vangelo che ha fatto nascere la comunità cristiana, alla Tradizione che ci ha trasmesso la Rivelazione e a quel magistero del nostro Papa che già spinge i cristiani sulle vie di una evangelizzazione di nuova qualità.
Il fatto che i vescovi, delegati da tutte le Conferenze episcopali, hanno voluto al simposio la presenza di un nutrito gruppo di giovani è un’indicazione chiara che la Chiesa d’Europa guarda con un orizzonte aperto al futuro. La presenza di delegati delle altre Chiese cristiane e degli organismi episcopali dell’Africa, Asia, America assicureranno che l’orizzonte dei lavori sia dilatato a livello ecumenico e su tutte le latitudini della terra, con fiducia e responsabilità.