” “Un documento della Gioventù operaia ” “cristiana analizza ” “il mercato del lavoro” ” in Europa
Sebbene il livello di educazione sia tra i più alti nel mondo, i giovani europei sono quelli che risentono maggiormente della crisi del mercato del lavoro. Contratti a termine, flessibilità obbligata, part-time. E pur di non restare senza un impiego, i giovani sono pronti ad accettare qualsiasi condizione. Le conseguenze? Fragilità psichica, depressione, apatia, mancanza di sicurezze, senso di precarietà. I livelli di disoccupazione cambiano ovviamente a seconda dei paesi: i più alti secondo uno studio realizzato dall’European Trade Union Institute si registrano in Grecia ed Italia. I più bassi in Danimarca, Austria ed Olanda. Olanda, Germania e Francia emergono nel panorama europeo anche per l’incidenza dei contratti a termini e part-time. Nonostante la varietà delle situazioni, è possibile tracciare un quadro comune. Ci ha provato la Cijoc-Europa (Coordinamento internazionale europeo della Gioventù operaia cristiana) che riunisce sul tema del lavoro giovanile 10 nazioni.
Lavoro e giovani: si afferma “il temporaneo”. Un primo dato comune è la “temporaneità”: un fenomeno ugualmente diffuso all’est e all’ovest, al sud e al nord del continente. I giovani vivono al “ritmo del lavoro che trovano”, alternando periodi più o meno lunghi di impiego ad altri di disoccupazione. E questo perché i contratti durano da qualche giorno ad uno o due mesi. “Paradossalmente si legge in un documento della Cijoc questa situazione non è considerata dai giovani anormale perché avere un lavoro temporaneo è sempre meglio di non averne nessuno”. Un’altra caratteristica è la cadenza sempre più breve tra la fine di un lavoro e l’inizio di un altro: si domanda cioè ai giovani di impegnarsi per periodi sempre più corti. I giovani sono, pertanto, costretti a cambiare spesso “tipo di lavoro” e quindi, a dotarsi di una grande capacità di adattamento e “polivalenza”. Sempre più spesso, infine, ai giovani è chiesto anche di cambiare “luogo di lavoro”. “Questo sistema commenta la Cijoc sfugge a qualsiasi misura di protezione e di sicurezza; è poco controllato (sia dagli ispettori del lavoro che dai sindacati) ed è più facilmente soggetto a deteriorarsi”.
Stanchezza, nervosismo, senso di fragilità. “Le conseguenze di queste condizioni prosegue il documento della Cijoc sono simili in tutto il continente europeo. La differenza sta solo nel numero più elevato di giovani al Sud e all’Est che vivono queste condizioni di precarietà nel lavoro e nella vita”. In linea generale, prosegue la Cijoc, “la conseguenza più importante è la fragilità psicologica (nervosismo, senso di stanchezza) e fisica (mal di schiena, mal di testa…)”. Ma il documento della Cijoc rileva una questione che rimanda al tema della responsabilità: alcune imprese fanno credere ai giovani di avere delle responsabilità che in realtà non hanno. “Alcuni lo vivono come una sfida; molti altri però si indeboliscono poco a poco. E queste fragilità generano conseguenze ben conosciute come la depressione, l’apatia, la perdita di fiducia in se stessi”, fino ad isolarsi direttamente o indirettamente dalla famiglia e dagli amici.
L’impegno della Chiesa. Il Coordinamento internazionale della Gioc (Gioventù operaia cristiana) è l’insieme di 64 organizzazioni diffuse in Africa, America Latina, Asia ed Europa ed ha per scopo l’evangelizzazione e l’educazione dei giovani del mondo operaio. Il Cijoc fa parte del Gepo (Gruppo europeo di pastorale operaia) che riunisce a sua volta le pastorali del lavoro di alcuni paesi europei: Germania, Belgio, Spagna, Francia, Lussemburgo, Italia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera, oltre a rappresentanti dei coordinamenti europei del Movimento internazionale di apostolato dei bambini (Midade) e del Movimento mondiale dei lavoratori cristiani (Mmtc-Mtce). E’ stato fondato nel 1972 sulla scia del Concilio Vaticano II, per iniziativa di alcuni vescovi europei sensibili alla condizione dei lavoratori. L’obiettivo del Gepo è di “rinforzare la solidarietà, la lotta per la giustizia, l’annuncio di una parola e di un’azione di liberazione ispirata dal Vangelo e dall’insegnamento sociale cristiano ‘nel’ e ‘con’ il mondo del lavoro in Europa”.
M.C.B.