repubblica ceca

” “Al crocevia della storia

” “"Occorre affiancare ” “l’impegno per ” “l’unificazione e ” “l’allargamento dell’Europa con un esame serio su noi stessi e sul futuro della nostra civiltà", ha detto” “il presidente ceco Havel


“Oggi l’Europa si trova a uno dei più importanti crocevia della propria storia. Per la prima volta ha la possibilità di darsi un assetto basato su principi equi e democratici”, da questa considerazione è partita la riflessione del presidente della Repubblica ceca, Václav Havel, che presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica, a Roma, lo scorso 4 aprile, ha tenuto una lezione su “L’Europa e il mondo”. Ad ascoltarlo le più alte cariche dello Stato, il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il presidente del senato, Marcello Pera. Si è trattato della terza “lezione” sui problemi della globalizzazione, ospitata presso il Senato, dopo quelle del senatore Giovanni Agnelli e di Henry Kissinger. Seguiranno, nei prossimi mesi, gli interventi del presidente della Convenzione per il futuro dell’Europa, Valéry Giscard d’Estaing e del presidente del Brasile, Fernando Henrique Cardoso. In visita in Italia, ricevuto anche dal Papa in Vaticano, Havel ha riservato ampio spazio della sua riflessione alle prospettive dell’unificazione europea allargata ai Paesi centro-orientali. Sullo “sfondo”, il dibattito in seno alla Convenzione per il futuro dell’Europa al quale partecipano i dodici Stati candidati all’adesione, tra cui la Repubblica ceca.

Non serve “gareggiare” con gli Usa. La costruzione di un’unione di “cittadini e di nazioni deve essere accompagnata da “una rigorosa opera di autoriflessione”, ha raccomandato il “presidente-intellettuale” ceco, cofondatore del movimento per i diritti civili “Charta ’77”. Occorre “affiancare l’impegno per l’unificazione europea – ha spiegato Havel – con un esame serio e approfondito su noi stessi, sulle tendenze della civiltà moderna che è nata in Europa, sui problemi fondamentali dell’esistenza umana sulla terra, sulla felicità e la speranza degli uomini”. Dobbiamo smettere di “gareggiare” con gli Stati Uniti, ha sottolineato il presidente ceco: “Forse che l’Europa non può vivere bene senza dover rincorrere o superare l’America? La qualità della vita è forse dovuta unicamente ad una competizione?”, si è chiesto. E ancora: “Non è forse giunto il tempo in cui l’Europa politica dovrebbe seriamente riflettere sulla propria civiltà?” Ha suggerito come risposta: “Oggi l’Europa ha non solo l’occasione di dimostrare al mondo che molte nazioni diverse possono convivere all’interno di una conformazione sovranazionale e democratica ma ha anche l’opportunità di ispirare il mondo in un altro modo: dare l’esempio, dimostrare cioè che si può vivere bene su questa terra anche se si pone l’accento su valori quali la bellezza di un paese o di una casa, l’affetto per il prossimo e il rispetto verso chi vivrà quando noi saremo partiti per il regno delle tenebre, piuttosto che porre l’accento sulla produzione del profitto o sulla crescita del prodotto interno lordo”.

Cambiare il mondo partendo da noi stessi. Secondo Havel, “è giunta l’ora in cui l’Europa dovrebbe finalmente rinunciare a pensare che deve esportare se stessa nel mondo intero e sostituire a questa idea un’intenzione più modesta, ma più difficile da perseguire: iniziare a cambiare il mondo partendo da se stessa rischiando anche che nessuno segua il suo esempio. Qualcuno deve pur sempre cominciare!”. Non mancano, ha osservato il presidente ceco, “all’inizio di questo millennio le occasioni per una riflessione sulla responsabilità dell’Europa nei confronti del mondo. Già nel corso di quest’anno si devono ancora svolgere diversi forum ove occorrerà deliberare su questioni fondamentali quali l’assetto futuro delle istituzioni comuni e sulle leggi fondamentali dell’unione degli Stati europei; nonché sul piano di apertura dell’Unione ai paesi che si trovavano, tempo fa, dietro la cortina di ferro, oppure sul rapporto dell’Unione con le altre entità dell’attuale mondo multipolare!”. Se porteremo avanti questa riflessione con coraggio, “non sprecheremo il nostro tempo”, ha concluso il presidente ceco.
I.I.