” “Consulenze "on line" e "famiglie solidali": alcune iniziative della Caritas tedesca per ” “aiutare le giovani lavoratrici madri” “” “
Venerdì 5 aprile a Berlino la Caritas tedesca ha presentato il nuovo servizio di consulenza online per le donne in gravidanza (www.caritas.de). Una “maglia importante nella rete delle offerte di aiuto e di assistenza della Chiesa cattolica” e un servizio che ha il vantaggio di “riuscire a sfruttare la dimestichezza dei giovani nell’approccio con i media”, secondo le parole del card. Karl Lehmann. Il servizio testimonia l’efficace prosecuzione e il nuovo impulso all’attività di consulenza dei consultori cattolici, dopo che nel 1999 era stata fermata l’emissione dei cosiddetti certificati di aborto richiesti dalla legge tedesca. Secondo i dati del 2000, elaborati dalla Caritas, nel 1999 107.780 donne si sono rivolte ai consultori e 88.447 lo hanno fatto per la prima volta; 16.228 di loro hanno mantenuto, nell’anno 2000, per il secondo anno il contatto con il consultorio – dunque successivamente alla nascita del bambino – e, per il terzo anno consecutivo, questo aiuto è stato cercato da 3.105 donne. Gudrun Falk-Lutz-Bachmann , responsabile Caritas per il settore donne, bambini e famiglia ci ha descritto le principali difficoltà che le giovani lavoratrici madri denunciano.
Quali sono le iniziative concrete della Caritas rivolte alle giovani donne in difficoltà?
“Lo scopo è aiutare le donne e le famiglie che, a causa di una gravidanza, si trovano in situazione di bisogno. Offriamo, soprattutto alle più giovani che hanno dimestichezza con il computer e la rete, una possibilità di rivolgersi a qualcuno, anche in prospettiva di un’eventuale gravidanza e la possibilità di avere un consultorio dove ottenere informazioni in tempi brevi. C’è poi l’associazione ‘In via’ che cura il lavoro sociale femminile e che mette in contatto tra di loro associazioni internazionali attive in questo settore. In Germania questa associazione cura la formazione professionale delle giovani affidandole spesso a famiglie che per un anno le seguono”.
Quali sono le maggiori cause di impoverimento per le famiglie con bambini?
“Anzitutto l’alto costo della vita, che in alcune zone assorbe più della metà dello stipendio. Influisce molto anche la disoccupazione causata dalla perdita del lavoro e l’esigua prospettiva di trovarne un altro. Certamente nel primo anno dal licenziamento il sistema di assistenza sociale è efficace ma nel lungo periodo la perdita del lavoro resta un problema incombente. Poi, per quanto sia spiacevole da affermare, l’arrivo di un figlio significa una drastica riduzione del reddito familiare, poiché questo va diviso pro-capite”.
Quale aiuto offre la Caritas alle ragazze madri?
“Naturalmente possono avere gli aiuti sociali dallo Stato, come gli assegni familiari ma quello che noi rileviamo è che il problema che avvertono maggiormente è la cura dei figli. Seguire un bambino quando è molto piccolo significa non lavorare ed è qui che intervengono le strutture della Caritas e le iniziative come ‘le famiglie solidali’, dove le ragazze madri trovano un aiuto concreto. Ci sono poi strutture tipo asili nido e luoghi di incontro dove le madri si incontrano per scambiarsi esperienze e proposte. Non si tratta di aiuti concreti in senso stretto ma di sostegni quando ci si trova davanti ad un vicolo cieco”.
E ai giovani alla ricerca di un lavoro?
“Si effettuano iniziative a livello locale con progetti mirati, che per la loro natura sono gestiti dalle Caritas diocesane; ad esempio per quanto riguarda l’assistenza legale, la Caritas controlla come funzionano le istituzioni preposte all’aiuto dei giovani e il tipo di servizi che per legge sono loro dovuti. Proprio a questo riguardo stiamo preparando un documento”.
Patrizia Collesi