” “Quotidiani e periodici



Resta il Medio Oriente al centro dell’attenzione dei principali quotidiani europei. “Guerra e diplomazia” è il titolo di apertura dell’ Herald Tribune (10/4), che riferisce della missione del segretario di Stato americano, Colin Powell, in Medio Oriente. “Ariel Sharon parla di pace e fa la guerra”, si legge su La Croix del 9/4. Il direttore, Bruno Frappat, che firma l’editoriale del quotidiano cattolico francese, parla di “stato di urgenza” e ribadisce che per porre fine alla violenza in Medio Oriente “non ci sono altri ‘terzi’ mediatori al di fuori della famosa ‘comunità internazionale'” che per altre tragedie, come quelle in Bosnia e in Kosovo, “ha saputo intervenire”. “Non basta più – scrive ancora Frappat – supplicare l’America di uscire dal suo letargo. E’ necessario che l’Unione europea, la Russia, tutte le nazioni che aspirano alla sicurezza mondiale mettano a disposizione, sotto l’egida dell’Onu, i loro servizi e le loro truppe. Contro il terrorismo, contro la guerra”. “Ariel Sharon continua la sua guerra”, è il titolo di apertura di Le Monde del 9/4, che dedica l’editoriale alle manifestazioni svoltesi in questi giorni in Francia per il conflitto israelo-palestinese, definite “un segno di vitalità del dibattito democratico”, accompagnate però da “altri segnali che potrebbero segnare una regressione”. Quando “alcuni gesti di solidarietà”, si legge infatti sul quotidiano francese, “si accompagnano ad atti d’intolleranza e di brutalità, vanno contro lo scopo ricercato”. Ciò di cui c’è bisogno, secondo Le Monde, è invece “una manifestazione unitaria per la pace”, la sola in grado di allontanare lo spettro dell’odio “dall’uno e dall’altro dei campi in lotta” e di permettere “a coloro che sono lontani dai campi di battaglia di dare l’esempio della tolleranza e della fraternità”.
“Il Vaticano denuncia con forza l’ingiustizia e l’umiliazione del popolo palestinese” titola La Vanguardia del 4/4, così come El Correo dello stesso giorno: “Il Vaticano riprova le umiliazioni imposte al popolo palestinese”. Anche secondo El Periódico, “Il Vaticano accusa Israele di umiliare i palestinesi”. Il 5/4 i giornali spagnoli accolgono l’appello del Papa alla giornata di preghiera per il Medio Oriente. La Vanguardia ricorda che “il Papa parla di una spirale inarrestabile di crudeltà” mentre secondo La Razón Giovanni Paolo II giudica riprovevole la “testarda determinazione con cui, da una parte e dall’altra, si persevera nel cammino di rappresaglie e vendetta”. César Vidal in un articolo pubblicato su El Mundo del 7/4, cerca di trovare “delle spiegazioni alla pazzia che si è diffusa in un posto dove molti aspettano il Messia”. El País in un articolo di Andrés Ortega dell’8/4 afferma che “l’Unione Europea, non solo Arafat, è stata umiliata da quel personaggio che si chiama Sharon, che non solo non vuole che l’Europa si occupi dei suoi affari ma l’ignora, tanto sa che Washington non l’abbandonerà mai”.
Ampio spazio alla situazione in Terra Santa sullo Spiegel dell’8/4 che, in copertina, titola “ Occhio per occhio-La guerra biblica” e, all’interno, riporta un’intervista a Heidemarie Wieczorek-Zeul, ministro per l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo, sulla responsabilità tedesca per l’ escalation della violenza in Medio Oriente. Alla domanda se “Israele non permette una mediazione di pace europea“, il ministro così risponde: “ Si tratta di una provocazione di fronte all’Europa, che gli europei non dovrebbero subire inattivi“. E dichiara: “L’Unione europea deve definire un profilo più chiaro della sua politica estera e di sicurezza e, di conseguenza, diventare più incisiva” perché, conclude, “ senza una mediazione, le due parti non sono nella condizione di trovare una soluzione politica“. Un commento siglato K.F. in prima pagina per la Frankfurter Allgemeine Zeitung del 10/3, ricorda che “ esiste un piano di pace dell’Arabia Saudita, ne esiste uno americano” e poi “ora ne esiste anche uno tedesco” e questo, a parere dell’autore, “ tradisce in prima linea la gravità della situazione” perché “ sarebbe interessante sapere che cosa pensa Powell dell’iniziativa di Fischer, dal momento che il ministro degli esteri tedesco si dà molto da fare“. In questo piano, secondo Fischer, “la coesistenza pacifica dovrebbe essere garantita dall’America, dall’Ue, dalla Russia e dall’Onu“, ma allora, osserva il giornalista, “ immaginare che vi prendano parte anche soldati tedeschi è a dir poco strano“.