Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan e il presidente del governo spagnolo e presidente di turno dell’Unione europea, José Maria Aznar hanno aperto l’8 aprile a Madrid la seconda assemblea mondiale sull’invecchiamento delle Nazioni Unite che proseguirà fino al 12 aprile sul tema “Una società per tutte le età”. Il primo ministro spagnolo, preoccupato dei dati che vedono quattro Paesi europei ai primi cinque posti nel mondo per quanto riguarda la percentuale di popolazione con più di 65 anni (l’Italia occupa ormai il primo posto), ha osservato che “la nuova situazione richiederà anche cambiamenti nei sistemi di previsione in modo tale da poter affrontare le nuove sfide poste dalla denatalità, dalla riorganizzazione del tempo di lavoro e dalla riforma dei sistemi pensionistici”. Il Commissario europeo agli Affari sociali, Anna Diamantopoulou, ha affermato che “è necessario avere un approccio più positivo verso l’immigrazione e integrare le donne e gli anziani nel mercato del lavoro”. Anche Giovanni Paolo II, in una lettera inviata il 10 aprile al primo ministro spagnolo, ha ribadito la necessità di garantire la qualità della vita in una società che sta invecchiando. Si tratta, secondo il Pontefice, di “considerare l’anziano in tutta la sua dignità” e ciò “richiede una cultura capace di superare gli stereotipi sociali che vedono il valore della persona nella giovinezza, nell’efficienza e nella piena salute”. Un obiettivo difficile che si può raggiungere “applicando il principio di solidarietà, di aiuto reciproco e di scambio generazionale”. Nel mondo, l’impegno della Chiesa cattolica per gli anziani è rilevante: alle organizzazioni cattoliche fanno capo 532 ospizi in Africa, 3.466 in America, 1.456 in Asia, 7.435 in Europa e 349 in Oceania.