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“Non semplici coincidenze fortuite”, bensì il sospetto di “una campagna organizzata contro la Chiesa cattolica”: l’allarme è stato lanciato dall’arcivescovo Tadzeusz Kondrusiewicz, metropolita a Mosca e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia, che denuncia “la violazione dei diritti costituzionali dei cattolici russi alla libertà di coscienza”. A darne notizia, l’agenzia vaticana Fides. “Da una parte spiega il metropolita la costituzione della Federazione russa” e un’apposita legge federale “garantiscono ai cittadini la libertà di confessione religiosa”; dall’altra “le azioni intraprese negli ultimi mesi contro la Chiesa cattolica, contraddicono in modo palese la stessa legislazione” e ciò si verifica di fronte all’inerzia delle autorità. L’appello rivolto al presidente Putin dalla diocesi di Pskov contro “la libera attività dei cattolici” e la costruzione di una chiesa nell’area; una manifestazione nazionale in programma per il 28 aprile, in aperto contrasto con il dettato di legge che non ammette “manifestazioni pubbliche che offendano i sentimenti religiosi”; infine “la privazione immotivata del visto multiplo per l’ingresso in Russia al sacerdote Stefano Caprio, cittadino italiano” dal 1993 parroco nella città di Vladimir e dal’98 anche a Ivanovo. Sono tutte evidenti violazioni della libertà di coscienza, denuncia mons. Kondrusiewicz, esprimendo inoltre preoccupazione “per il progetto di legge attualmente in discussione sulle organizzazioni religiose tradizionali che, in caso di approvazione, porterebbe a divisioni all’interno della società e alla violazione della norma costituzionale sulla parità” delle stesse organizzazioni “di fronte alla legge”.