” “” “"Lavorare insieme": è l’appello rivolto a ” “famiglia e scuola ” “dall’associazione ” “europea dei genitori ” “
La violenza nelle scuole; il fenomeno delle “baby gang”; il disagio giovanile: su questi temi si interroga la “Association Européenne des Parents d’Eléves”, l’Associazione europea dei genitori degli alunni. Abbiamo intervistato il presidente, Dominique Bariller .
La violenza nella scuola: è responsabilità della famiglia, dell’ambiente scolastico, della società?
“Il numero stesso degli episodi rende la violenza a scuola un fenomeno sociale. La violenza nella scuola è una violenza contro la scuola. Essa colpisce l’istituzione più che le persone, per poi recare danno a tutte le istituzioni. Apparentemente, vandalismi ed aggressioni sono assolutamente gratuiti, senza scopo; in realtà, si mira alla scuola. Anche perché a volte gli insegnanti utilizzano un linguaggio poco comprensibile, sono troppo lassisti o troppo duri; fragili o poco disponibili. Al contempo, la scuola è lo specchio della società. Una società all’interno della quale è difficile trovare il proprio spazio, spesso incapace di offrire un rifugio o un progetto. Una società attraversata essa stessa dalla violenza: nel quartiere, nel mondo, nei telegiornali, nei film. Ma anche nelle famiglie. Troppo spesso il bambino a qualsiasi età entra nella scuola portando con sé ogni sorta di conflitti, frustrazioni, contraddizioni, solitudini, egoismi vissuti nell’ambiente familiare, nel condominio, nel quartiere. La scuola e il docente fungono da valvola di sfogo a risentimenti originati fuori dall’aula. Non dimentichiamo che spesso ci troviamo a vivere in una società di anonimato, di concorrenza e di consumo che suscita desideri che la società stessa non è in grado di soddisfare. Così le violenze esplodono”.
Come possono reagire famiglia e istituzioni per fronteggiare le “baby gang”?”
“Bisogna pensare a prevenire e raffreddare la violenza, dal momento che è meglio evitare l’esplosione piuttosto che spegnerne le conseguenze. E se la scuola costituisce lo strumento che la società si dà per educare i propri figli, è alla società che spetta il compito di prendere le misure necessarie. Ciò significa che la prevenzione non spetta solo agli insegnanti. E’ necessario che tutti gli attori del quartiere si associno per ragionare dei problemi locali: genitori, associazioni, movimenti, forze dell’ordine, medici, commercianti. Anche nei confronti degli insegnanti bisogna agire. Vanno riviste completamente le modalità di reclutamento e di formazione. Bisogna insegnare loro a conoscere i giovani così come sono, con i loro desideri, le loro pulsioni. E’ importante anche lavorare in équipe, costituire una comunità educativa coerente, con principi e metodi concertati. Infine, gli insegnanti devono essere e devono sentirsi tutti corresponsabili. Non soltanto responsabili quando sono in aula ma ovunque: ad asempio, nei corridoi, nel cortile e negli altri locali che concorrono alla creazione di un ambiente. In questo settore, non strettamente pedagogico, i genitori svolgono un ruolo fondamentale. La loro responsabilità educativa è chiamata in causa tanto fra le mura domestiche quanto a scuola. Ogni qualvolta si registra un successo educativo vi è sempre stata la partecipazione dei genitori nella soluzione dei problemi”.
Quali obiettivi persegue l’Associazione europea dei genitori degli alunni?
“La nostra associazione cerca di promuovere il dialogo educativo e persegue un ‘progetto di pace’ nelle scuole attraverso il dialogo tra tutti i partner della comunità educativa. L’associazione si adopera inoltre al fine di ottenere i mezzi necessari per sensibilizzare e formare insegnanti e genitori alla collaborazione. La violenza nelle scuole è uno dei temi sui quali insegnanti e genitori possono e devono lavorare insieme”.
Gian Andrea Garancini – Bruxelles