Prevenire il bullismo

” “” “Progetti "pilota" in ” “diversi Paesi europei per combattere la ” “criminalità minorile ” “attraverso” ” la prevenzione



Nel 1999, tra i soggetti denunciati per attività criminali alle autorità di Pubblica sicurezza di alcuni Stati europei, vi è una percentuale significativa di minori. Comune a tutti gli Stati, l’abbassamento progressivo dell’età media di ingresso nei circuiti criminali. Nel Regno Unito i minori costituiscono il 23,9% dei denunciati, il 21,3% in Francia, il 13,1% in Germania, l’11% in Danimarca, il 7% in Finlandia, il 3,9% in Spagna, il 2,8% in Italia. Il reato più diffuso risulta essere la rapina, seguita a breve distanza dal furto. Detenzione e spaccio di stupefacenti e omicidio sono ulteriori crimini commessi dagli adolescenti europei che talvolta manifestano inizialmente il proprio disagio attraverso forme di bullismo che, sottovalutate, precorrono spesso il reato vero e proprio. I dati sono del Censis, che ha presentato alcuni mesi fa il “Manuale europeo per la prevenzione della criminalità”. Presentiamo alcuni progetti elaborati e sperimentati a livello locale in diversi Paesi europei.

Danimarca. “A new start” è il nome del progetto elaborato dal “Centre of method, development and quality”, che prevede un accostamento innovativo ai problemi degli adolescenti più emarginati. Con il supporto economico del ministero per gli Affari sociali e del nazionale “Crime prevention council”, il programma, di durata biennale e rivolto a ragazzi tra i 12 e i 17 anni fortemente aggressivi, in contesti a rischio e abituati a fare uso di sostanze stupefacenti e/o alcolici, è stato sperimentato in quattro Comuni della Danimarca e ha coinvolto una trentina di adolescenti. Buono il bilancio conclusivo: due terzi dei ragazzi seguiti hanno manifestato una significativa riduzione dei comportamenti aggressivi e antisociali. Il programma prevede una prima fase di sei mesi durante la quale viene insegnato ai giovani a conoscere e gestire le proprie emozioni e a porsi in relazione con gli altri. Nei successivi 18 mesi i ragazzi vengono seguiti direttamente nel loro ambiente di vita; anche i genitori vengono coinvolti nel programma di sostegno.

Germania. Lo scopo del progetto Jubp, un servizio di consulenza giovanile per l’educazione sociale attivo nella città di Magdeburg dal 1993, è il sostegno e l’assistenza ai giovani arrestati nella fase successiva al primo interrogatorio da parte della polizia. Di norma, tra il momento dell’arresto e l’inizio del processo, intercorre un lungo intervallo di tempo durante il quale il minore è abbandonato a se stesso, generalmente confuso e a rischio di infrangere nuovamente la legge. Dopo il primo interrogatorio il Jubp interviene offrendo al ragazzo la consulenza di uno specialista dell’educazione sociale, soggetto che opera in piena autonomia rispetto alle forze dell’ordine. Consulenza, mediazione tra il giovane e terzi interessati (genitori, scuola), risarcimento dei danni per reati minori, offerte di attività presso i servizi sociali da svolgere nel tempo libero, eventuale rinvio a servizi specializzati: questo l’aiuto offerto. Negli ultimi tre anni, l’ambito di operatività del progetto è stato esteso anche alle città di Halle e Dessau (tutte nello Stato federale di Sachsen-Anhalt).

Svezia. La comunità di Flemingsberg, situata a sud di Stoccolma, si è attivata per migliorare i rapporti tra i giovani e prevenire l’insorgenza di fenomeni di bullismo. Importanti iniziative sono state avviate dalla “Annersta School”: a partire dal 1997, gli insegnanti e il personale hanno assunto l’impegno di favorire il dialogo e la coesione tra i ragazzi, di trasmettere loro i valori fondamentali e di aiutarli a comprendere la legislazione e le norme vigenti nel Paese al fine di favorirne l’integrazione nella società. Questi gli obiettivi del progetto: combattere l’emarginazione e gli episodi di xenofobia, prevenire la criminalità minorile e la violenza tra gli adolescenti, stimolare i ragazzi a svolgere hobbies e a coltivare interessi formativi. Dopo alcuni anni si è riscontrata una significativa riduzione degli atti vandalici contro gli edifici scolastici, degli episodi di bullismo e violenza tra i ragazzi, nonché un miglioramento delle relazioni all’interno delle famiglie.
G.P.T.