" "pedofilia

” “Regno Unito: vigilanza costante

” “” “Numerose le misure prese dalla Chiesa inglese per scongiurare casi di pedofilia nella comunità ecclesiale. Interventi analoghi anche in altri ” “paesi europei



I tredici cardinali degli Stati Uniti il 23 e 24 aprile prossimo si riuniranno a Roma insieme ai prefetti delle Congregazioni per il clero, per la dottrina delle fede e per i vescovi per esaminare i problemi venutisi a creare nella Chiesa degli Stati Uniti in seguito agli scandali connessi con la pedofilia e indicare linee-guida al fine di ridare sicurezza e serenità alle famiglie e fiducia al clero e ai fedeli. Anche le Chiese europee sono intervenute in questo campo. Nei giorni scorsi il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, in Svizzera , mons. Bernard Genoud, ha annunciato l’istituzione di una linea telefonica riservata agli operatori pastorali che volessero segnalare casi o situazioni sospette; la creazione di un servizio di accoglienza per le vittime della pedofilia realizzato dalle Caritas; misure particolari destinate alla verifica e al discernimento delle vocazioni. In Austria , già da tempo in ogni diocesi vi sono operatori incaricati dal vescovo ai quali possono essere segnalati casi o ai quali ci si può rivolgere in caso di difficoltà. Nel Regno Unito , la Chiesa cattolica ha svolto una riflessione e un’inchiesta molto ampia sul problema della pedofilia, pubblicata nel rapporto Nolan, così chiamato dal nome del giudice che ha presieduto la commissione di lavoro, reso noto lo scorso settembre (cfr SirEuropa n.1/2001). Abbiamo intervistato Eileen Shearer che presiede il “Catholic Office for the Protection of Children and Vulnerable Adults”, organismo incaricato di vigilare sull’esecuzione delle misure previste dal rapporto Nolan.

Quali sono le principali misure messe in atto dalla Chiesa inglese contro la pedofilia?
“Il rapporto Nolan raccomanda un’azione di costante vigilanza affinché non si verifichino casi di abusi sessuali sui minori. E prevede la creazione di alcune strutture. Anzitutto la nomina di un responsabile in ogni parrocchia, diocesi e ordine religioso per la tutela dei bambini; quindi la creazione di una banca dati aggiornata su coloro che hanno ricevuto condanne per atti di pedofilia; l’istituzione di un ufficio nazionale con il compito di controllare la piena e corretta esecuzione del programma previsto dal rapporto Nolan. Il controllo e la supervisione generale sono affidati ad una commissione composta da tre vescovi e presieduta dall’arcivescovo di Birmingham, mons. Vincent Nichols”.
Come sono state accolte queste misure dai fedeli?
“C’è molta attesa da parte dei fedeli e dell’opinione pubblica nei confronti della Chiesa e, allo stesso tempo, si è meno disposti a tollerare e comprendere mancanze e difficoltà che nella comunità ecclesiale, così come in altre realtà, possono verificarsi. Si dimentica spesso, infatti, che la maggioranza degli abusi compiuti sui minori viene compiuta in seno alle famiglie. Proprio in ragione di tali aspettative e del dramma vissuto da alcuni bambini e dai loro genitori, stiamo portando avanti un’azione molto incisiva e cerchiamo di dare piena attuazione alle indicazioni del rapporto Nolan. Un tempo, chi denunciava casi di pedofilia nella Chiesa non veniva neppure ascoltato. Oggi la Chiesa cattolica sta diventando un modello di sensibilità, attenzione e vigilanza su questi problemi”.
Come giudica il modo di trattare questi temi da parte della stampa?
“Purtroppo credo che ci sia stato e continui ad esserci molto scandalismo su questi temi. Mi sembra che alcuni giornalisti abbiano preso di mira la Chiesa cattolica, esagerando anche con le loro accuse. Si è avuta così l’impressione, errata, che nella Chiesa cattolica si registrasse un maggior numero di casi di abusi che in altre realtà sociali. Invece non è così. Certamente in passato alcuni pedofili si sono inseriti in alcune realtà della Chiesa cattolica per avere più facile accesso ai bambini. Ma oggi, come abbiamo detto, abbiamo molto rafforzato la vigilanza per scongiurare questi rischi”.
S.G.