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Nella società maltese esistono profonde radici cristiane che affiorano nel modo di pensare, nel linguaggio, nei comportamenti sociali. Queste radici necessitano di essere ravvivati nelle condizioni odierne per rispondere alle sfide che vivono i giovani in una società in continua trasformazione.
“I giovani oggi sono particolarmente sensibili e aperti all’universalità della vocazione umana. In un certo senso i giovani di oggi sono ‘nati cattolici’. Sono nati cittadini del mondo. Lo stupefacente sviluppo nelle comunicazioni potrebbe essere il nuovo ‘sacramento’ che rende Cristo presente nell’umanità”.
La chiesa maltese è consapevole che nel mondo attuale, sempre più pluralista nelle espressioni culturali, politiche, economiche e sociali, i giovani hanno abbandonato un approccio assolutistico nella ricerca della verità. Ne deriva che non può esserci un’imposizione esterna che li guidi a questa verità. “E’ la testimonianza dei martiri, di chi dà la vita per la verità in cui crede, la via più efficace”.
Una testimonianza che deve essere data in uno spirito di grande tolleranza e rispetto reciproco. I giovani hanno bisogno di vedere come l’amore trasformi le differenze in un’esperienza di fraternità piuttosto che di conflitto. Per questo “essi hanno bisogno di sperimentare come per la Chiesa la persona sia una priorità assoluta, il peccatore più importante del peccato, lo spirito più importante della lettera della legge”. L’esperienza maltese dimostra che i giovani sono molto sensibili al dialogo ecumenico e alle esperienze di fraternità internazionale come le Giornate mondiali della Gioventù.