Polonia” “” “

“Contestazione dell’autorità, assunzione dei modelli di comportamento lanciati dalle subculture, relativismo morale, contestazione della istituzione del matrimonio e della legge morale riguardante il matrimonio, ricerca di sensazioni forti (droga, alcol), ricerca delle esperienze religiose fuori della Chiesa e scarsa capacità di reazione morale e psichica”: sono queste, ad avviso della pastorale giovanile polacca, le sfide – definite “serie” – alla Chiesa da parte del mondo giovanile. Un certo venir meno dell'”ambiente naturale” per l’educazione alla fede, vale a dire la famiglia, pone serie ipoteche anche per la catechesi che deve passare dalla “trasmissione dei contenuti intellettuali” a una “vera iniziazione alla vita di preghiera e alla liturgia”. Un ruolo importante viene svolto dalle parrocchie, associazioni e movimenti, ma resta il fatto che permane il rischio per i giovani dello “smarrimento del sacro” e di una comprensione inadeguata della Chiesa “la quale viene identificata unicamente con la gerarchia”. Segni positivi sono comunque costituiti – secondo la Conferenza episcopale polacca – da una certa riscoperta da parte dei giovani della liturgia, degli incontri di preghiera comunitaria e soprattutto da una ripresa di interesse per la Sacra Scrittura. “La diffusione delle informazioni sulle buone comunità giovanili di approfondita religiosità – dice ancora la Conferenza episcopale – e un incoraggiamento a seguire i coetanei” possono rappresentare strumenti validi per richiamare i giovani più lontani o indifferenti. Tra le possibilità per il prossimo futuro si indicano un approfondimento dell'”apostolato individuale e associato”, l'”evangelizzazione delle culture”, la proposta ai giovani di intervenire nelle forme di aiuto ecclesiali a malati, poveri, disoccupati, persone toccate da patologie sociali e alla gioventù smarrita. Anche i vescovi, oltre ai sacerdoti, sono chiamati a mettersi maggiormente a disposizione dei giovani, aumentando i contatti con loro.