28 aprile" "

IL MESSAGGIO FINALE, "INSIEME AI GIOVANI RICOSTRUIREMO L’EUROPA CRISTIANA" ” “

L’atteggiamento della Chiesa europea nei confronti dei giovani deve fare “un salto di qualità”, riconoscendoli “non solo come un settore od oggetto specifico di pastorale giovanile”, ma “come dono di Cristo alla sua Chiesa in tutta la sua missione, leggendo con loro problemi e con loro realizzando programmi e iniziative”. E’ questo l’invito che emerge nel messaggio finale del X Simposio dei vescovi europei che si conclude oggi a Roma e che ha visto, per la prima volta, vescovi e giovani riuniti intorno allo stesso tavolo. E questo rapporto alla pari caratterizza il senso di tutto il messaggio, che invita a “progettare concrete proposte formative, che tenendo conto del differente terreno giovanile, si traducono non in generici discorsi, ma in itinerari personalizzati, quindi differenziati”. Nel messaggio non mancano le analisi della situazione attuale: “Purtroppo avviene che la Chiesa, luogo naturale di tale incontro con Cristo, sia sentita da molti giovani lontana, estranea, poco credibile, incapace di parlare all’uomo del nostro tempo”. Da qui la sottolineatura del “bisogno di comunità cristiane (parrocchie, istituzioni religiose, movimenti, altre realtà ecclesiali), capaci di fare una proposta di fede più alta nei traguardi, più esigente nella qualità, più profonda nella spiritualità”.
La nuova evangelizzazione dell’Europa, si legge nel messaggio, avverrà attraverso “una nuova coscienza missionaria con il coraggio e la creatività di iniziative concrete”, soprattutto in alcuni ambiti privilegiati: in una comunità “tutta missionaria” che renda “credibile e significativa” la testimonianza del Vangelo nella società; “facendo la missione” nel concreto del proprio ambiente di vita (lavoro, studio, tempo libero…) e “intervenendo da cristiani nelle scelte culturali, economiche, sociali, politiche, oggi di estensione europea, con la indispensabile competenza ed azione; affrontando verità cristiane “trascurate o non bene espresse”, come “l’iniziazione cristiana e il sacramento della confermazione, la vera e liberante comprensione della sessualità e castità cristiana, il ruolo educante della famiglia, la grazia del sacramento della riconciliazione e del perdono”. Inoltre, scrivono i vescovi europei, “siamo insistentemente chiamati a realizzare una nuova immagine di comunità cristiana credibile e vivibile, dove è di casa il coraggio della verità, il perdono del nemico, il dialogo ecumenico, la donazione gratuita di sé nelle vocazioni anche più impegnative (come il sacerdozio e la vita consacrata), il servizio dei poveri e deboli, la difesa della vita dal suo primo istante al suo naturale compimento, l’impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato”. Infine, i vescovi europei si sentono interpellati dalle richieste dei giovani presenti al Simposio, che vogliono essere considerati “una risorsa presente e attuale della Chiesa, su cui contare ora e subito”. I giovani chiedono inoltre ai vescovi di trovare “il tempo specifico di incontro e dialogo con loro, valorizzando anche la via epistolare”.