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“Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è fin dal principio”
“Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, e la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno” (1Giov 2, 13/14).
1. Il X Simposio dei Vescovi europei sul tema “Giovani di Europa nel cambiamento. Laboratorio della fede”(Roma, 24-28 aprile 2002) è stato per tutti noi,Pastori e giovani partecipanti, un evento intenso di grazia e di comunione fraterna
a. Lo scopo dell’incontro era quello di individuare insieme ai giovani nuove concrete possibilità e vie di evangelizzazione e di inculturazione della fede nel nostro Continente, affinché tutti i paesi di Europa, rigenerando le proprie radici cristiane, possano costruire insieme una ‘casa comune’ dall’Est all’Ovest, fondata sulla fede in Cristo e sulla promozione della vera dignità e libertà di ogni persona.
b. L’ Europa sta vivendo in questi ultimi decenni un cambiamento profondo che investe costumi, valori e tradizioni culturali e religiose. Di esso i giovani in primo luogo si mostrano sensibili e partecipi. Per questo abbiamo voluto affrontare questa complessa realtà, con lo stesso sguardo positivo e ricco di prospettive dei giovani, a partire dalle loro problematiche, attese e sfide nei riguardi della Chiesa, della fede cristiana, della società in cui vivono. Il metodo del “laboratorio” ha caratterizzato il Simposio. Vescovi e giovani cattolici e di altre Confessioni cristiane si sono ascoltati, si sono parlati, hanno pregato insieme ed insieme hanno rinnovato l’impegno di annunciare il Vangelo nella diversità dei loro ruoli e responsabilità. Siamo giunti alla convinzione che sotto l’azione dello Spirito Santo tale cammino è già incorso e i giovani ne sono in certo modo le avanguardie, le “sentinelle del mattino” che ne annunciano l’avvio promettente.
c. Ci ha ispirato e sostenuto il Duc in altum, che il Santo Padre ha voluto riconsegnarci nell’udienza, in cui ha ribadito l’invito ad essere consapevoli dei problemi sovente laceranti che investono il nostro Continente, ma anche fiduciosi nella presenza di Colui che è il Vivente e cammina con noi nella storia. A Giovanni Paolo II, tenace evangelizzatore del continente europeo, esprimiamo tutta la nostra riconoscenza e creativa fedeltà.
2. Animati dallo Spirito e considerando questo tempo come il tempo che Dio ci ha concesso per vivere la gioia del Vangelo e testimoniarlo agli altri, abbiamo percorso un articolato cammino di ricerca e di scambio di esperienze.
a- Una lettura sapienziale della condizione giovanile oggi in Europa nel più ampio contesto della postmodernità richiede come via prioritaria suscitare incontri personalizzati con Gesù, come colui che dona all’uomo di ritrovare la sua identità su misura stessa di Dio, sperimentare il sostegno indispensabile di comunità di fede, di amicizia e di carità, disporre di pastori capaci di accoglienza, di ascolto, di proposta, di accompagnamento.
b- Ciò porta a progettare concrete proposte formative che tenendo conto del differente terreno giovanile, si traducono non in generici discorsi, ma in itinerari personalizzati, quindi differenziati, evangelicamente autentici nel dire ai giovani la verità del Vangelo senza riduzioni, spesso “controcorrente”, ma insieme attenti a rendere trasparente lo stesso stile di Gesù volto a far cogliere il mistero della paternità di Dio nel quotidiano.
c- Purtroppo avviene che la Chiesa, luogo naturale di tale incontro con Cristo, sia sentita da molti giovani lontana, estranea, poco credibile, incapace di parlare all’uomo del nostro tempo. Forte è il bisogno di comunità cristiane (parrocchie, istituzioni religiose, movimenti, altre realtà ecclesiali) in cui si sperimentano relazioni umane profonde e genuine, ricche di comunione ed amicizia, ma anche capace di fare una proposta di fede più alta nei traguardi, più esigente nella qualità, più profonda nella spiritualità, mantenendo strettamente collegato il messaggio con il vissuto delle persone e con le attese più radicali del cuore umano. I giovani non diventano solo fruitori dell’annuncio, ma avvertono la vocazione di diventare loro stessi protagonisti della missione ai giovani e ad ogni altra persona. Il loro contributo è da riconoscere oggi come un bene necessario ed insostituibile per l’evangelizzazione dell’ Europa.
d- Accenniamo infine con interiore soddisfazione altri importanti aspetti di arricchimento sgorgati dal Simposio : le tante e diverse esperienze di comunicazione del vangelo ai giovani e con i giovani in Europa e nel mondo, il sentire ecumenico con la partecipazione di membri delle comunità cristiane, l’attenzione alla dolorosa situazione del Continente africano, il clima di comunione, di preghiera, di scambio di doni. E’ stata una vera esperienza ecclesiale, che ha avuto il centro nell’Eucarestia quotidiana, una cordiale espressione nelle conversazioni informali, una notevole risonanza nelle visite a comunità romane, accoglienti e generose secondo la loro tradizione.
3. Dal Simposio sono emersi particolari punti comuni che proponiamo come motivi di ulteriore riflessione ed impegno concreto.
a- La nuova frontiera della evangelizzazione in Europa passa attraverso una nuova coscienza missionaria con il coraggio e la creatività di iniziative concrete. Siamo convinti di contribuire in misura decisiva alla libertà religiosa, caposaldo della civiltà del nostro Continente, alle forme di accoglienza e di rispetto dovuto ad ogni persona, testimoniando il nostro incontro con il Verbo della Vita, Cristo Signore e sapendo rendere conto della speranza che è in noi (cfr 1Piet 3,15)
Consapevoli di questo abbiamo individuato alcuni ambiti privilegiati dell’impegno missionario, via sicura alla santità:
– solo una comunità tutta missionaria potrà rendere credibile e significativa la testimonianza del Vangelo nella società, per questo la formazione missionaria diventa criterio della stessa identità del cristiano
– si impara a diventare missionari ‘facendo la missione’ nel concreto del proprio ambiente di vita (lavoro, studio, tempo libero…), intervenendo da cristiani nelle scelte culturali, economiche, sociali, politiche, oggi di estensione europea, con la indispensabile competenza ed azione
– Dio ci chiede il coraggio di affrontare importanti verità cristiane trascurate o non bene espresse, come è l’iniziazione cristiana e il sacramento della confermazione, la vera e liberante comprensione della sessualità e castità cristiana, il ruolo educante della famiglia, la grazia del sacramento della riconciliazione e del perdono…
– alla scuola di Gesù, occorre configurare la formazione cristiana mediante itinerari diversificati (laboratori della fede), incontrando la persona dove si trova, nella desolazione, nella apparente indifferenza, nella domanda, nella gioia della fede vissuta…
– siamo insistentemente chiamati a realizzare una nuova immagine di comunità cristiana credibile e vivibile, dove è di casa il coraggio della verità, il perdono del nemico, il dialogo ecumenico, la donazione gratuita di sé nelle vocazioni anche più impegnative (come il sacerdozio e la vita consacrata), il servizio dei poveri e deboli, la difesa della vita dal suo primo istante al suo naturale compimento, l’impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.
b- “Evangelizzare i giovani e lasciarci evangelizzare da loro” diventa una reciprocità che corrisponde ad una Chiesa comunione cui ci chiama il Vaticano II.
La provvidenza di Dio chiama oggi le Chiese di Europa a considerare i giovani cristiani non solo come un settore od oggetto specifico di pastorale giovanile, ma riconoscerli e riceverli come dono di Cristo alla sua Chiesa in tutta la sua missione, leggendo con loro situazioni, problemi e con loro realizzando programmi ed iniziative. Ciò richiede di fare un salto di qualità, una vera e propria conversione pastorale. Aiutarli perciò nella loro formazione, stabilire con loro forme di ascolto, di dialogo, di incontro, di progettazione è adempiere la volontà di Dio.
c- Da ultimo come Vescovi ci sentiamo interpellati da quanto i giovani presenti al Simposio ci hanno detto e richiesto. I giovani desiderano Vescovi e sacerdoti che li considerino non solo speranze del futuro, ma una risorsa presente e attuale della Chiesa, su cui contare ora e subito. Chiedono che trovino il tempo specifico di incontro e dialogo con loro, valorizzando anche la via epistolare, condividendo insieme problemi, ricerche, esperienze, con il cuore e con l’intelligenza, proponendo con chiarezza il vangelo ed insieme aiutandoli a viverlo. Chiedono infine che siano i primi testimoni del Vangelo e della bontà di Gesù, carichi di fiducia e di speranza in Lui.
Roma, 28 aprile 2002