28 aprile" "
“Un’istituzione di servizio”, è questa l’immagine pericolosa che rischia di assumere la Chiesa nel Nord Europa agli occhi dei giovani. Così il 27 aprile, in occasione del simposio sui giovani, si è espresso mons. Gerhard Schwenzer, vescovo di Oslo. “La loro partecipazione alla messa” ha aggiunto, “è ridotta ad uno spazio da occupare; risulta quasi essere una sezione della vita, perché per loro la vita è divisa in sezioni: lo sport, il tempo libero, la scuola”, gli hanno fatto eco gli altri vescovi della Conferenza episcopale del Nord Europa.
Come coinvolgere i giovani nelle strutture e nella partecipazione alla vita parrocchiale diventa allora per tutti “il vero problema, perché”, continua Schwenzer “questi ragazzi non vogliono sentir parlare ad alta voce, non vogliono essere coinvolti nelle emozioni”, mentre invece “chi trasmette deve ardere, solo così si riesce a trasmettere la fede”.
Rilevante anche, nel coinvolgimento giovanile alla vita della Chiesa è “la lingua”, che spesso, a parere di mons. Everard De Jong, della Conferenza episcopale olandese, “è una lingua estranea a chi ascolta” in quanto “parla di contenuti sconosciuti ai ragazzi”. “Va tradotta”, gli fa eco Schwenzer, “e i concetti e i contenuti vanno spiegati” in modo che, “diventi una lingua pratica”, nella quale “le parole sono lo specchio dei contenuti”; “la lingua di ognuno di noi è portata dalla famiglia di provenienza, conclude mons. Noel Treanor, belga, “e molto spesso a questi ragazzi manca una famiglia dove imparare questa lingua”.