una profonda sofferenza anche per i vescovi europei” “” “

“Fare luce sulla verità con risposte adeguate anche sul piano penale”: così si è espresso sul problema della pedofilia nella Chiesa mons. Amédée Grab, vescovo di Coira (Svizzera) e presidente del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa), durante la conferenza stampa di presentazione del X Simposio dei vescovi europei che si apre oggi a Roma (fino al 28 aprile). Un problema, ha precisato mons. Grab rispondendo alle domande dei giornalisti, al quale i vescovi europei “non sono indifferenti”, come “non può essere indifferente a nessuno, perché il rispetto della dignità umana e del fanciullo sono sacri, anche per chi non condivide la fede”. “La pedofilia – ha affermato – è una cosa aberrante che la Chiesa non può considerare con particolare clemenza”. Tutti i vescovi europei esprimono “profonda sofferenza per il male fatto ai bambini e per chi ha commesso lo sbaglio”. Anche se, ha precisato, “la pedofilia è una malattia e non una piaga che affligge in modo particolare il clero: dalle statistiche risulta che le violazioni dei bambini avvengono anche nelle famiglie stesse”. La Chiesa ribadisce dunque la ferma “volontà di essere equi e giusti, di non far mancare la collaborazione con la legge e di dare risposte adeguate sul piano penale e dei risarcimenti”. In ogni caso, ha ricordato, “la redenzione e la misericordia sono offerte a tutti, per cui non si può negare ai sacerdoti la possibilità di redimersi”. Tra le risposte in positivo che la Chiesa può dare, secondo mons. Grab, quella di “curare di più la preparazione psicologica dei futuri sacerdoti”. Anche il card. Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster e vice-presidente del Ccee ha ribadito la necessità di “assicurare che la protezione dei fanciulli sia una priorità assoluta per tutti i vescovi del mondo”. La Chiesa cattolica inglese ha dovuto infatti affrontare il problema degli abusi sessuali sui bambini commessi da alcuni sacerdoti e ha stilato un documento, il “Rapporto Nolan”, per la prevenzione di tali abusi. “In passato – ha commentato il cardinale – soprattutto per ignoranza, alcuni vescovi non hanno trattato questo tema con la dovuta attenzione. Per il futuro sono necessarie norme di comportamento a tutela dei minori che siano accettate da tutti i vescovi e alle quali ci si attenga in tutta la Chiesa”.