Riprendendo quanto contenuto in un documento del 2000, il Gruppo europeo di etica (Gee) ha presentato al presidente della Commissione europea, Romano Prodi, un nuovo parere sulla brevettabilità delle cellule staminali umane, che tuttavia non è stato approvato all’unanimità. Il Gee, presieduto da Noëlle Lenoir, parte dall’assunto che impedire in ogni caso la concessione di brevetti per le cellule staminali o per colture di cellule staminali equivarrebbe ad ostacolare la ricerca. Ciononostante, il Gruppo indica la necessità di definire condizioni e limiti alla brevettabilità. Escludendo la brevettabilità per qualsiasi genere di cellula staminale non modificata, il Gee è dell’opinione che “solo le cellule staminali modificate attraverso trattamenti in vitro o geneticamente al fine di acquisire le caratteristiche necessarie per applicazioni industriali ben precise soddisfano i requisiti giuridici per la brevettabilità”. Il documento, che non fa comunque registrare l’unanimità dei componenti del Gee, definisce come condizioni per la brevettabilità la novità, l’attività di invenzione e l’applicazione industriale, ribadendo che qualsiasi domanda di brevetto relativo a cellule staminali umane deve precisare la provenienza delle cellule stesse.