Lisbona: una nuova creatività” “

Il card. Policarpo sollecita a trovare forme e metodi nuovi di evangelizzazione nelle strade delle metropoli
Creare un dinamismo missionario nella città. Sperimentare nuovi metodi di evangelizzazione. Portare nella Chiesa un’ondata di creatività. Mettersi in ascolto di una società in costante cambiamento e di una popolazione sempre più “lontana da una fede che possa essere senso e gioia per la vita”. E’ quanto si aspetta dalla missione cittadina il cardinale José da Cruz Policarpo , patriarca di Lisbona, al quale abbiamo chiesto di illustrarci l’iniziativa che unisce la capitale portoghese a Vienna, Bruxelles e Parigi. Le quattro città ospiteranno a turno, fino al 2006, un “Congresso internazionale per la nuova evangelizzazione” della durata di due settimane.

Cosa accomuna le quattro diverse capitali?
“Il bisogno di un’evangelizzazione con metodologie specifiche per le grandi popolazioni urbane e suburbane è un problema comune a tutte le grandi capitali d’Europa. Forse a Lisbona c’è una pratica religiosa più alta (12%) di Bruxelles e Parigi, ma i problemi sono simili. C’è grande bisogno di evangelizzare una popolazione battezzata che però è lontana da una fede che possa essere senso e gioia per la vita”.

Quale sarà la novità del congresso?
“Creare un dinamismo missionario nella città. Il Congresso – che durerà in ogni città due settimane – vuole andare oltre l’idea classica di un convegno per discutere e riflettere, ponendo accanto un esercizio concreto di missione. Per questo ci vuole una lunga preparazione perché le parrocchie e i movimenti possano mettersi in atteggiamento di missione. L’idea originaria è quella di provare nuovi metodi di evangelizzazione. Sicuramente il congresso porterà con sé una grande creatività”.

Quali nuovi metodi saranno sperimentati?
“Sono metodi che in Europa centrale hanno già fatto un po’ di strada, quelli delle comunità Emmanuel, l’evangelizzazione di strada, il metodo neocatecumenale. Queste esperienze saranno oltrepassate dalla creatività di una città in atteggiamento di evangelizzazione permanente”.

Ogni città si organizzerà a suo modo?
“C’è una margine di diversità per ogni città però il Congresso è unico, con una organizzazione centrale. La nostra idea è quella di creare un movimento che si intensifichi e si ripercuota in tutte le quattro città, di esperienza in esperienza”.

Qual è la reazione delle comunità parrocchiali di Lisbona?
“L’iniziativa verrà lanciata a Lisbona all’inizio del prossimo anno pastorale. Da un lato c’è entusiasmo, ma alcune parrocchie reagiscono con un po’ di diffidenza. Oggi la Chiesa è una realtà molto plurale ma io mi auguro che alla fine emergerà comunque il dinamismo. Nella Chiesa c’è infatti un settore che vuole rinnovare la pastorale e un altro che pensa di dover continuare a fare bene ciò che è stato sempre fatto, senza perdere tempo nella ricerca di esperienze nuove. L’incontro e la convergenza di questi due gruppi è fondamentale perché le cose funzionino”.

Su cosa punterà Lisbona?
“Sui giovani, sulla pastorale universitaria, che sarà un campo privilegiato per l’annuncio diretto. Mi sto rendendo conto che nella gioventù portoghese c’è molto fermento positivo. La gioventù di oggi non può più considerarsi separata dal resto della comunità. Sono interpellati i bambini come gli anziani. Credo molto nella possibilità di far convergere gruppi di diverse età. Io non sono pessimista a riguardo dei giovani. Il problema è che dobbiamo domandarci se le loro esperienze di fede possono davvero aiutare la Chiesa a capire i segni dei tempi. Questo presuppone una disponibilità della Chiesa a cambiare, sulla quale non tutti concordano”.
Patrizia Caiffa