L’Europa cerca di creare nuovi posti di lavoro attraverso la flessibilità del mercato ma il fenomeno della disoccupazione continua ad aumentare e a colpire le fasce più deboli. Soprattutto gli immigrati, i giovani e le donne. Caritas-Madrid, le “Fratellanze del Lavoro” e Giustizia e Pace hanno organizzato una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno e un programma di sostegno ai disoccupati. Ne parliamo con Rosalía Portela , coordinatrice del programma.
Come nasce l’iniziativa di una “campagna contro la disoccupazione”?
“Ci siamo resi conto che spesso disoccupazione ed emarginazione sono collegati: la difficoltà di trovare un lavoro è infatti maggiore per le classi più deboli: ex drogati, ex prostitute, immigrati… Delle circa 9 mila persone che partecipano al programma, l’84% sono immigrati, il 24% giovani con meno di 25 anni e scarsa esperienza lavorativa, il 65% donne e il 16% con più di 45 anni di età. Sono persone che hanno visto chiudersi una porta senza che se ne aprisse un’altra. Ora hanno bisogno di un’opportunità per dimostrare che sono capaci di lavorare”.
Come li aiutate?
“Abbiamo attivato 31 servizi di orientamento al lavoro. Offriamo per prima cosa ascolto: è importante partire dal rispetto della persona perché molte volte arrivano da noi demotivati e senza più stima di se stessi. Cerchiamo poi di conoscere la persona, la sua situazione, le sue carenze e le sue potenzialità. Quindi si elabora una strategia di inserimento nel mondo lavorativo. A volte è previsto anche un aiuto finanziario, nel caso in cui la disoccupazione abbia lasciato nella povertà”.
Cosa fate invece per la formazione?
“Organizziamo corsi intensivi dove viene insegnato un mestiere: cura degli anziani o dei bambini, cameriere, giardinaggio, lavori domestici… E’ un servizio che realizziamo soprattutto per gli immigrati perché in tanti arrivano senza avere titoli di studio. Ma abbiamo constatato che è importante insegnare soprattutto abitudini e atteggiamenti corretti sul lavoro. Abbiamo così creato due centri con servizio di posta rapida dove, per un massimo di due anni, gli immigrati possono lavorare con noi e imparare responsabilità, disciplina, capacità di cooperazione e lavoro in gruppo, conoscenza dei diritti e doveri”.
Come va oggi il mercato del lavoro in Spagna ?
“Il numero dei disoccupati sale e scende, ma non dobbiamo fermarci alle cifre, perché dietro ai numeri ci sono persone e problemi irrisolti. C’è la precarietà lavorativa, con contratti a tempo determinato che non danno sicurezza di futuro ai giovani. C’è poi l’immigrazione clandestina che genera economia sommersa e in alcuni casi situazioni di semi-schiavitù. Succede soprattutto nel servizio domestico, dove gli stipendi sono bassissimi e gli orari eccessivi… Abbiamo anche constatato che c’è una ‘femminilizzazione’ della disoccupazione: il 75 % dei disoccupati sono donne. Nonostante la ‘legge di compatibilità lavorativa’ tuteli la parità dei diritti, nella pratica l’imprenditore è restio ad assumere donne”.