editoriale" "

Un nuovo principio etico” “

” “La riflessione ” “sull’ambiente e lo ” “sviluppo sostenibile in un imminente incontro a Venezia promosso dai vescovi europei” “” “


Nei giorni 23-26 maggio 2002 si terrà a Venezia (Isola di S. Giorgio, Istituto superiore internazionale salesiano) il IV incontro dei delegati delle Conferenze episcopali europee per l’ambiente, promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), con la collaborazione dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana e della Fondazione Lanza. Saranno presenti oltre cinquanta delegati, in rappresentanza di più di venti conferenze episcopali, nonché di diversi organismi ecclesiali europei.
L’appuntamento, che si inserisce nel percorso avviato dalla II Assemblea ecumenica di Graz (1997), ha impegnato le diverse Chiese europee in un’opera di azione e sensibilizzazione in tema di salvaguardia del creato. Il tema affrontato a Venezia sarà, in particolare, quello del rapporto tra lavoro, ambiente e sostenibilità, nella sua rilevanza etica e teologica. Lavoro e ambiente sono due delle sfide che le nostre società sono chiamate ad affrontare con maggiore urgenza. Questione occupazionale e questione ambientale sono sempre state considerate e presentate come questioni da affrontare separatamente ricercando soluzioni diverse per problemi, non solo tra loro diversi, ma contrapposti. Solo recentemente si è avviata una riflessione e si sono messe in campo analisi e proposte per superare la tradizionale contrapposizione tra ambiente e lavoro e per verificare i possibili punti di contatto e l’auspicabile integrazione delle politiche per tenere assieme questi due aspetti che tanta importanza hanno sulla qualità della vita delle persone.
Un contributo fondamentale in questa direzione è venuto dalla riflessione in materia di sviluppo sostenibile. Lo sviluppo sostenibile a livello internazionale è definito come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. Da un punto di vista etico la riflessione sullo sviluppo sostenibile mantiene la centralità della persona umana come soggetto morale e riconosce che ogni tipo di vita va valutata positivamente e rispettata allargando i confini dell’attenzione morale alla vita non umana.
L’importanza di questo principio è stata colta anche in ambito ecclesiale e teologico dove si va affermando il riconoscimento della sostenibilità come nuovo principio dell’etica sociale cristiana (sia nella riflessione cattolica che in quella ecumenica) a fianco dei tradizionali principi di personalità, sussidiarietà, giustizia, come necessario adeguamento all’evoluzione delle società umane e riconoscimento della stretta interdipendenza tra ambiente e sviluppo. Un principio, quello della sostenibilità, che rispecchia la filosofia della dottrina sociale della Chiesa che si fonda sul primato della persona umana, sull’autonomia e la responsabilità dei corpi intermedi e sulla solidarietà universale.
Dunque è la stessa responsabilità per il creato che impone ai cristiani europei di ripensare il lavoro, declinandolo in forme rispettose delle realtà naturali, come pure della salute dei lavoratori. Una visione cristiana del tempo domanda infine di integrare accanto al lavoro anche la dimensione del sabato, quale giorno di riposo, interazione, contemplazione.