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E’ stato decisivo l’intervento di un comitato interreligioso di intellettuali per la visita del Santo Padre in Bulgaria dal 23 al 26 maggio
La Bulgaria riceve Giovanni Paolo II: i preparativi sono stati numerosi, sia a livello materiale che spirituale. Le chiese e i luoghi che vengono visitati dal Santo Padre sono stati ricostruiti e restaurati. Grazie alla visita, i cattolici di rito latino di Sofia possono vedere realizzato il desiderio di avere una vera chiesa. Infatti, durante la seconda guerra mondiale l’edificio è stato distrutto e i credenti si riunivano a pregare nel salone di un teatro. La caduta del comunismo ha alimentato nei cattolici la speranza della costruzione di una chiesa ma per la decisione definitiva si è dovuto attendere il viaggio di Giovanni Paolo II.
I preparativi sono iniziati con l’invito rivolto al Papa: il primo è stato formulato dalla Conferenza episcopale cattolica del Paese. Successivamente anche il governo bulgaro ha invitato il Santo Padre. Un gruppo di intellettuali ha quindi promosso un comitato per incoraggiare il viaggio di Giovanni Paolo II. Il Papa ha accettato questo “invito” formulato da un gran numero di persone di diversa religione.
I cattolici sono felici di questo arrivo: la visita del Papa li rafforza nella fede e costituisce un ulteriore segno della loro appartenenza alla grande famiglia cattolica. In questo momento la minoranza cattolica si è mobilitata e con l’aiuto di uomini di buona volontà ha preparato l’accoglienza del Santo Padre. All’inizio gran parte degli ortodossi esprimeva riserve e scontento per la visita di Giovanni Paolo II ma con l’aiuto “involontario” dei media molta gente ha cambiato opinione.
Infatti, in una ventina di giorni il tema “cattolicesimo” ha trovato più spazio sui media che durante i quarantacinque anni del regime comunista. In alcune città gli ortodossi hanno preparato alcune manifestazioni contro la visita; per tranquillizzare la comunità è intervenuto lo stesso patriarca bulgaro Maxim, affermando che Giovanni Paolo II è il benvenuto nel Paese.
Nella vita di tutti i giorni della Bulgaria non vi sono problemi nei rapporti fra cattolici e ortodossi ma la maggior parte della gerarchia ortodossa purtroppo diffida del cattolicesimo ed è lontana dallo spirito ecumenico. Un comportamento che forse è il risultato dell’assenza per cinquant’anni di istruzione religiosa e della formazione di una comunità atea.