Ucraina” “

Un Paese entrato nella storia. Il 26 aprile 1986, alle 4 del mattino, per un drammatico incidente una tremenda esplosione danneggia la centrale nucleare di Chernobyl, provocando morti e distruzione. Il 15 dicembre del 2000, a circa 14 anni di distanza, il governo ucraino decide di chiudere definitivamente la centrale, in seguito agli impegni internazionali assunti in conformità al Memorandum di Ottawa nel 1995. Ad oggi le vittime sono oltre 3,4 milioni ma Chernobyl continua negli anni a provocare “morti invisibili”: se gli effetti delle radiazioni si sono stabilizzati sulle persone adulte, a subire oggi i danni maggiori sono i bambini, tanto che in Ucraina si registra una mortalità infantile intorno al 12,9%. La Conferenza episcopale ucraina ha creato un “Centro di informazione ambientale”, con il compito di coordinare le attività e le iniziative di educazione al rispetto dell’ambiente promosse dalle diocesi e dalle parrocchie e di dare informazione sui programmi europei ed iniziative delle Chiese in questo settore. “Per sviluppo sostenibile – affermano gli esperti del centro – si intende l’interazione tra equilibrio ambientale, crescita economica e benessere sociale”. Da questo punto di vista, l’Ucraina sta vivendo un momento difficile. Nel corso del 2000, grazie ad un certo aumento della domanda interna ed internazionale, l’economia del Paese aveva mostrato segni di ripresa ma nei primi mesi del 2001, la tendenza è di nuovo peggiorata e l’inflazione ha ripreso a salire. Secondo le statistiche ufficiali, in Ucraina l’11,7% della forza lavoro è disoccupata e in media uno stipendio si aggira sui 50 dollari al mese. Gli sforzi compiuti dal governo e dall’attuale presidenza per migliorare la situazione economica del Paese, sono falliti. Gli esperti della Chiesa ucraina insistono: “è stato provato che una crescita economica non orientata al rispetto ecologico e alla equità sociale può non risultare finalizzata al benessere collettivo ma determinare una più evidente divisione della popolazione tra molto ricchi e molto poveri”. Alcuni esperti consultati dalla Chiesa hanno elaborato una serie di proposte, che tentano di conciliare rispetto per l’ambiente e crescita occupazionale. Tra i suggerimenti raccolti, si consiglia di impiegare le persone disoccupate in attività come la riforestazione delle aree; il recupero dei territori; il riciclaggio dei rifiuti (in Ucraina, solo il 2% dei rifiuti viene riciclato); l’agricoltura.