Rimanere “fedeli” al testo biblico, ma nello stesso tempo cercare di tradurlo “in un linguaggio più aderente a quello di oggi”. Questi, ha reso noto il card. Camillo Ruini, i due “imperativi” a cui si sono attenuti i 250 vescovi presenti alla XLIX Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, svoltasi in Vaticano dal 20 al 24 maggio, e nel corso della quale è stata approvata la nuova versione della Bibbia per uso liturgico, che attende ora il parere finale della Santa Sede. Lo “sforzo” dei vescovi, ha precisato il cardinale, è stato quello di “aumentare la fedeltà al testo originale”, tenendo conto però che “la lingua italiana si evolve” e che già nell’ultima versione della Bibbia, che risale a 30 anni fa, le differenze di linguaggio sono notevoli. Ripercorrendo un cammino durato 14 anni, Ruini ha ricordato che quello della nuova traduzione della Bibbia per uso liturgico è stato un “processo molto lungo”, frutto del lavoro di esperti e del confronto in Consiglio permanente.