Per essere “autenticamente missionaria” la parrocchia oggi deve scongiurare il rischio di ridursi ad un “ghetto di devoti” o ad un “self service di bisogni religiosi”. Ad affermarlo è stato mons. Walther Ruspi, direttore dell’Ufficio catechistico della Conferenza episcopale italiana, nel corso del Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani, che si è svolto a Rocca di Papa (Roma), dal 10 al 13 giugno. In Italia, le parrocchie sono 26.000. “Il Papa ha detto mons. Ruspi – a più riprese ha sottolineato l’importanza della parrocchia come luogo anche ‘fisico’ dove vivere la fede: l’essenziale, però, è non ridurla ad una specie di ‘self service’ di bisogni religiosi ma intenderla invece come luogo di comunione attorno all’Eucarestia che esprime una comunione più vasta con la Chiesa locale (quindi con il vescovo) e si impegna nell’annuncio del Vangelo sul territorio. Altrimenti, il pericolo è quello di ridurre la parrocchia ad un ‘ghetto di devoti’ o ad una realtà di piccoli gruppi che stanno bene tra loro ma non hanno contatti con ciò che li circonda”.