L’integrazione europea e l’ampliamento sono inscritti “nel codice genetico dell’Unione europea”. Lo scrive il presidente della Commissione Romano Prodi in una lettera al metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, responsabile del Dipartimento per le relazioni esterne della chiesa del Patriarcato di Mosca, in seguito alle valutazioni che il Patriarcato aveva svolto in merito al “Libro Bianco” sulla “governance” in Europa. “Lo straordinario processo di affermazione dei valori democratici in paesi troppo a lungo estromessi dal percorso della storia europea scrive Prodi – ha alimentato una domanda di Europa che non può rimanere senza risposta”. Prodi non cela “le difficoltà” del processo di integrazione e ampliamento europeo ma assicura l’impegno ad evitare ogni omologazione. “L’Europa si legge nella lettera – è il continente delle molte comunità nazionali, con fisionomie proprie, proprie lingue e culture. Un composto di identità (economica, storica, spirituale) tra loro complementari in modo vitale. La vera sfida che noi abbiamo è quella di evitare la loro omologazione e di farle progredire tutte nel loro nesso vitale”. Per questo il presidente della Commissione ritiene “indispensabile, al pari di altri contributi, il contributo culturale e spirituale della chiesa ortodossa russa”.