polonia
” “Est e Ovest sono un concetto politico, prima che geografico, osserva il regista polacco Zanussi. La nuova Europa deve imparare a respirare con i ” “"due polmoni" ” “” “
“La reintegrazione politica ed economica nel continente europeo dopo mezzo secolo di forzata divisione rappresenta per la Polonia un’opportunità storica; se gestita correttamente, l’espansione della UE rafforzerà sia gli attuali Paesi membri, sia quelli dell’Europa centrale ed orientale”. Ne è convinta la vicepresidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Hanna Gronkiewicz-Waltz , intervenuta il 17 giugno ad una conferenza presso l’Accademia polacca delle scienze a Roma. Tuttavia, in Polonia si temono i contraccolpi che il nuovo assetto richiesto all’agricoltura potrebbe causare sull’economia nazionale. “Nel settore agricolo abbiamo bisogno non tanto di un piano di sviluppo generale, quanto di singoli progetti diversificati per aree, elaborati nell’ambito delle politiche di sviluppo regionale”, ha rimarcato l’economista Jerzy Osiatynski , già ministro delle Finanze della Repubblica di Polonia. Ciò che occorre, a suo avviso, è “una corretta informazione alle popolazioni rurali sui rischi ma anche sui vantaggi rappresentati dall’ingresso nella UE”. Secondo stime aggiornate sono oggi un milione e 800mila i polacchi addetti nel settore agricolo, il 22% della popolazione occupata. Per una riflessione sull’allargamento e il futuro dell’Europa abbiamo intervistato il regista polacco Krzysztof Zanussi che il prossimo 19 agosto riceverà al Meeting di Rimini il premio internazionale per la cultura cattolica.
Per l’Europa il Papa parla di “due polmoni”. Che cosa significa?
“I Paesi come la Polonia sono definiti Europa orientale ma è sbagliato. Si tratta di un concetto non geografico (la Repubblica ceca è più a occidente dell’Austria) che risale ai tempi della divisione di Yalta e della guerra fredda. L’unità europea di cui si parla normalmente è solo occidentale. Con l’espressione ‘Europa dall’Atlantico agli Urali’ si comprende invece anche la cultura bizantina. I due polmoni di cui parla il Papa sono la cultura latina e quella bizantina”.
Come definirebbe oggi la Polonia?
“Un Paese che vive una trasformazione assai significativa e positiva che ha liberato molte forze. L’evoluzione della società civile è fortissima. Ma c’è anche una componente grave: la grande delusione di vedere che l’Europa più avanzata è anche la più deteriorata moralmente. Non parlo dell’eutanasia, della pornografia o della droga. Penso alla corruzione politica in Europa occidentale. Non mi sconvolge il fatto in sé, mi sconvolge che sia diventata la normalità e che non si assiste ad una particolare reazione da parte della gente”.
Dove rintracciare, a suo avviso, le radici culturali dell’Europa?
“Tra le varie culture e civiltà del mondo solo la nostra è basata sull’ispirazione giudaico-cristiana che ha creato una civiltà tecnologicamente avanzata. È questa eredità che ha dato forma creativa alla nostra civiltà. Non ci sono dubbi che la visione spirituale dell’Europa è stata creata dal cristianesimo. Ci sono componenti diverse: pagana, greco-latina e c’è anche una componente forte, quella cosiddetta barbara, che ha trasformato profondamente l’Europa. E in un modo assai paradossale che solo ora mi colpisce: noi tendiamo ad associare la democrazia con Atene, con lo spirito greco, dimenticando che esso ha prodotto anche la tirannia dell’impero bizantino. Sono stati i barbari, mescolati con i romani, che hanno creato il concetto della democrazia moderna, non solo i greci”.
Come richiamare queste radici ai giovani?
“Nella scuola occidentale, negli ultimi anni, forse per l’influsso del marxismo, si parla molto dei rapporti economici e poco della mentalità come elemento che costruisce i comportamenti di vita. Per definire la cultura vale la pena tornare alle radici religiose anche se la cultura oggi può essere definita laica. È la mancanza di tale riferimento a provocare la confusione alla quale assistiamo”.