Quotidiani e periodici” “


La nuova “escalation” di violenza in Medio Oriente e in particolare la strage di 19 studenti a Gerusalemme ad opera di un “kamikaze” monopolizza l’attenzione dei principali quotidiani internazionali. La domanda ricorrente è quella sulle nuove incognite che incombono sul processo di pace in Medio Oriente, dopo l’inizio della costruzione del “muro” che divide i territori israeliani da quelli palestinesi. Sul possibile significato del tentativo di Israele si sofferma Le Monde (19/6): “Politico e permanente per gli uni, di sicurezza e provvisorio per gli altri, il recinto costruito per proteggere Israele dalle ‘infiltrazioni terroristiche’ palestinesi comincia appena a sorgere dalla terra e già suscita vive polemiche. I lavori di costruzione, inaugurati a furia di comunicazione dal ministro della difesa, Benyamin Ben Eliezer, domenica 16 giugno, a nord della Cisgiordania, sono stati l’occasione per i differenti attori israeliani e palestinesi di ostentare le loro profonde divergenze su questa ‘separazione’ fisica, auspicata, secondo recenti sondaggi, dal 60% della popolazione di Israele. Progettata sui 350 chilometri che separano Israele dalla Cisgiordania, i primi 130 chilometri dell’opera dovrebbero essere pronti entro sei mesi”.
“Kamikaze uccide 19 persone su un bus in Israele”, titola l’Herald Tribune del 19/6, a proposito del gravissimo attentato: “I funzionari israeliani – commenta James Bennet – hanno minacciato una rappresaglia dopo che un kamikaze palestinese ha fatto esplodere un pacco di esplosivo in un bus cittadino affollato di pendolari e studenti. L’uomo bomba ha ucciso 19 passeggeri e ha sconvolto i piani dell’amministrazione Bush per una nuova iniziativa a favore della pace in Medio Oriente. Dopo l’attacco, i funzionari superiori dell’amministrazione Bush hanno detto che il presidente potrebbe far tornare il Segretario di Stato Colin Powell nella regione la prossima settimana. Temono che l’attentato esplosivo, condannato dalla Casa Bianca, possa far ritardare l’annuncio di Bush della sua nuova iniziativa”. Un articolo di Andreas Platthaus apparso sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung del 17/6 riferisce sulla costruzione del muro che dividerà israeliani da palestinesi e sull’appello alla separazione tra i due popoli, presentato da sedici intellettuali – tra cui il tedesco Hans Magnus Enzensberger e diversi italiani e che prende a modello “ la riconciliazione franco-tedesca” post-bellica . “Questo riferimento esplicito alla Germania rappresenta – secondo il giornalista – una certa provocazione per gli israeliani e deve far riflettere anche noi. Ma non va trascurato che questi accordi sono stati facilitati in modo quasi cinico dalle espulsioni disposte subito dopo la fine della guerra“. Il tema viene ripreso dal quotidiano del 18/6: “ Il terrorismo è riuscito ad ottenere – si legge nel commento della FAZ – che la separazione, non il desiderio di fare uno sforzo nonostante i contrasti, sia il motivo dominante delle azioni. In questo modo si può aumentare nel breve periodo la sicurezza, ma la separazione nelle menti delle persone aumenta. Questo steccato è espressione della paura e dell’incapacità persino di pensare ad un futuro comune.”
Il settimanale Der Spiegel del 17/6 dedica lo speciale di copertina, “ L’assalto degli immigranti – L’Europa chiude le frontiere” di Renate Flottau, Hans-Jürgen Schlamp, Sylvia Schreiber, Erich Wiedemann e Bernhard Zand, al flusso migratorio verso l’Europa e alle politiche europee sull’immigrazione. “ Se al vertice di Siviglia i capi di stato e di governo si metteranno nuovamente al lavoro sul grande dossier europeo, ciò equivale all’ammissione del fallimento della passata politica“, commentano riguardo alle proposte della Commissione europea. “ Colpevoli del dilemma – secondo gli autori – sono il populismo di destra, le cellule terroristiche dei fondamentalisti islamici in Europa e la mancanza di volontà di integrazione da parte di molti immigrati“.
Il vertice Fao appena concluso a Roma è tema di alcuni commenti della stampa tedesca: “ Valore nutritivo limitato” titola la Frankfurter Rundschau del 13/6, riferendosi alla dichiarazione finale del congresso. Brigitte Kols osserva: “ I Paesi ricchi affrontano la fame nel mondo con costante indifferenza“. “ Può servire un vertice contro la fame nel mondo?“, chiede Tobias Piller sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung del 14/6: “ La Fao ha presentato un programma ammirevole, completo e tuttavia composto di elementi semplici. Ma in qualità di organizzazione delle Nazioni Unite la Fao incontra anche dei limiti: perché vi trovano posto non solo coloro che combattono attivamente la fame ma anche quelli che se ne infischiano?“.