vescovi europei" "

Rilanciare la "Carta ecumenica"” “

I segretari degli ” “episcopati europei, ” “riuniti nei giorni scorsi a Istanbul, si sono ” “impegnati a promuovere la "Carta ecumenica", ” “sottoscritta l’anno ” “scorso a Strasburgo” “



E’ “urgente” che le Chiese cristiane europee prendano “sul serio” la Carta ecumenica perché “favorendo la crescita della collaborazione in tanti campi, il testo appare strumento adeguato per eliminare ostacoli storici, psicologici e culturali che impediscono un dialogo teologico libero e spedito”. E’ quanto è emerso dall’incontro dei segretari generali delle Conferenze episcopali europee che si è svolto ad Istanbul dal 13 al 17 giugno. A delineare le conclusioni dell’incontro è mons. Aldo Giordano , segretario generale del Ccee (Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa) che ha organizzato l’iniziativa. “L’incontro – ha detto Giordano – è stato prima di tutto una esperienza ecumenica”. I segretari generali, infatti, sono stati ricevuti dal Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, dal patriarca armeno Mesrop II Mutafyan e dal vicario patriarcale siriano ortodosso Yusuf Cetin.

Check-up sullo stato dell’ecumenismo europeo. Una grande varietà di situazioni che può essere comunque ricondotta ad una scissione tra l’Oriente e l’Occidente europeo. “Ad est – spiega Giordano – il rapporto tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa presenta nodi psicologi e storici” che impediscono l’incontro. “In Occidente, invece, se da una parte è più facile incontrarsi, dall’altra ci sono nodi teologici che rendono difficile la piena comunione. In questo contesto, la Carta ecumenica è stata vista come uno strumento molto utile perché favorendo la collaborazione di fatto tra le Chiese, potrebbe liberare il campo dai tanti ostacoli che frenano oggi il dialogo”. La Carta ecumenica era stata firmata a Strasburgo nel 2001 dai presidenti del Ccee e della Kek (la Conferenza che riunisce tutte le altre chiese cristiane presenti in Europa). Il testo delinea una serie di linee guida ed impegni concreti condivisi dalle Chiese: tra questi, la volontà di “contribuire a plasmare l’Europa” con i valori cristiani di fronte alle istituzioni europee e l’impegno per la riconciliazione dei popoli e delle culture. Nell’agenda, compaiono anche la salvaguardia del creato e la promozione del dialogo con l’ebraismo, l’Islam e le altre religioni. Nel delineare questi impegni comuni, “la Carta ecumenica – dice Giordano –apre lo spazio alla collaborazione e rende possibile il dialogo”. “Se si prendesse sul serio la Carta ecumenica, scopriremmo indicati tanti campi dove possiamo collaborare e piste che possiamo percorrere oggi, per non restare irrigiditi sui problemi e promuovere invece iniziative concrete”.
Chiese ed Europa. I segretari generali, riferisce Giordano, hanno parlato anche del futuro dell’Europa esprimendo la necessità che “le Conferenze episcopali lavorino a livello nazionale con i membri della Convenzione. Hanno poi ribadito l’esigenza di dare una forma strutturata al dialogo tra le Chiese e le istituzioni europee. Alle Chiese preoccupa soprattutto che l’Europa prenda seriamente in conto due questioni: i valori cristiani e la libertà religiosa, garantendo, dove non ancora c’è, uno spazio riconosciuto alle Chiese”.
Chiese e Islam. Il tema è stato al centro dei lavori del Ccee. La presenza dell’Islam nei vari Paesi europei è molto diversificata. Dappertutto però il confronto si è fatto ineludibile. L’analisi parte dai paesi di tradizione musulmana, come la Turchia. “Se la Turchia –osserva Giordano – entrerà in Europa, significa che l’Europa dovrà attrezzarsi a vivere questa realtà”. “In molte parti dell’Europa – aggiunge Giordano – siamo ormai davanti alla seconda, se non alla terza generazione. La presenza dei musulmani è ormai realtà e come tale va considerata. Siamo cioè di fronte ad un Islam europeo che cerca di inculturarsi in Europa”. Con questo Islam le Chiese scelgono di entrare in dialogo. I vescovi sottolineano l’importanza della formazione: “Dopo l’11 settembre – scrive il Ccee nel comunicato finale – si sente l’urgenza di una nuova maturità nell’incontro tra Cristianesimo ed Islam per smentire ogni evocazione di conflitti di religioni o di civiltà”. Quale tipo di Chiesa si sta delineando in Europa? “Questo incontro europeo – osserva il Ccee – ha mostrato la crescita della coscienza dell’universalità (o cattolicità) della Chiesa. Ogni Chiesa particolare sta crescendo nell’assunzione di responsabilità per tutte le Chiese d’Europa”.
Maria Chiara Biagioni