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La parola alla società civile” “

” “Un’intera sessione della "costituente europea" ” “è stata dedicata ” “all’ascolto della società civile. Ma le perplessità non mancano” “” “


Includere la carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea nel futuro “trattato costituzionale”, possibilmente modificata e arricchita; formalizzare l’impegno a promuovere modalità di consultazione regolare tra le istituzioni comunitarie e la società civile; prevedere, almeno per la fase iniziale di elaborazione delle norme comunitarie, la partecipazione di organismi della società civile; garantire una maggiore trasparenza nel funzionamento degli organi dell’UE. Sono solo alcune delle proposte lanciate nel corso della sessione plenaria che la Convenzione per il futuro dell’Europa ha voluto dedicare all’ascolto della società civile, il 24 e 25 giugno a Bruxelles.

Gli europei desiderano una Costituzione. “Siamo giunti al momento culminante della fase di ascolto della società civile che prelude alla fase di studio e di elaborazione della Convenzione. Attribuiamo una grande importanza a questo momento”, ha detto Valéry Giscard d’Estaing, presidente di questa speciale assemblea costituente europea che è la Convenzione. E ha ricordato come da un recente sondaggio di “Eurobarometro” risulti che il 63% degli europei si dichiara a favore di una costituzione europea, con il record dell’Italia dove questa percentuale raggiunge l’81%. Per dare la parola ai cittadini la Convenzione europea è ricorsa a vari strumenti, ha spiegato uno dei due vice presidenti, il belga Jean Luc Dehaene. Anzitutto un Forum su Internet presso il sito della Convenzione (http://european-convention.eu.int) dove enti e ong possono offrire il proprio contributo al futuro trattato europeo: finora sono giunte le proposte di 160 diversi organismi, tra i quali anche la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) e la Conferenza delle Chiese europee (Kek). Inoltre la promozione di dibattiti a livello nazionale: la Convenzione ha raccolto fino ad oggi 22 contributi prodotti da tali incontri. Infine la creazione di otto gruppi di lavoro, detti “gruppi di contatto”, che hanno coinvolto oltre 400 tra associazioni, ong, istituzioni culturali attive a livello europeo. Le proposte emerse sono state illustrate il 24 e 25 giugno ai 208 rappresentanti dei governi, dei parlamenti europei e delle istituzioni comunitarie che, compongono la Convenzione.
Decine di “stand” nei corridoi del Parlamento. Accanto al dibattito in aula, è stata promossa un’iniziativa insolita: decine di ong europee hanno allestito, nei giorni della plenaria, uno stand informativo nei corridoi del Parlamento europeo. Non tutti si sono lasciati entusiasmare da questo gesto di attenzione dell’Unione Europea verso la società civile. Più d’uno ha osservato che forse la “eurocrazia” comunitaria finisce per confrontarsi con un’altra burocrazia: quella delle Ong con sede a Bruxelles. Osservazione che non è sfuggita all’altro vice presidente della Convenzione europea, l’italiano Giuliano Amato: “Milioni di cittadini europei – ha detto – non sono rappresentati dalle Ong che sono venute a Bruxelles ma saranno ugualmente destinatari della Carta. Si possono coinvolgere più facilmente coloro che aderiscono ad associazioni e organizzazioni. Ma dobbiamo porci il problema di come coinvolgere anche di tutti gli altri cittadini”. Al riguardo Eurobarometro ha rilevato che solo un europeo su 5 sa cosa sia la Convenzione. Perciò si è fatta strada la proposta di un referendum tra tutti i cittadini europei per approvare la stesura definitiva del nuovo trattato europeo, quando questo sarà licenziato nella versione definitiva dalla conferenza intergovernativa: non prima del 2004.
Quale coinvolgimento delle Chiese? Le confessioni religiose e le Chiese cristiane in particolare sono state inserite nel gruppo di contatto dedicato alla cultura (cfr servizio pagina seguente). Mentre la Caritas europea e l’analogo organismo delle Chiese protestanti ed evangeliche (“Eurodiaconia”) hanno aderito alla “piattaforma sociale” alla quale fanno capo 38 tra enti e federazioni di enti impegnati nel sociale a livello europeo in rappresentanza di 1.800 organismi nazionali.
Ignazio Ingrao
Inviato sir a Bruxelles