E ora si prepara una legge comunitaria” “

Sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee (GUCE C 151 E/260) del 25/6/2002 è stata pubblicata la “ Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno alle politiche e alle azioni riguardanti l’igiene riproduttiva e sessuale e i diritti connessi nei Paesi in via di sviluppo“. Il disegno di legge comunitaria – che nelle intenzioni del legislatore europeo dovrebbe entrare in vigore nel 2003 per un periodo iniziale di quattro anni – si basa su una proposta formulata dalla Commissione nel marzo di quest’anno, il cui punto di partenza consiste nell’affermazione che “il diritto alla salute è un diritto fondamentale dell’uomo riconosciuto dall’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani, attualmente negato a oltre un quinto della popolazione mondiale”. La proposta mette l’accento su una serie di preoccupazioni: la necessità di “garantire a ogni donna un parto normale in condizioni sicure”; la condanna di tutte “le violazioni dei diritti umani commesse per arginare la crescita demografica, che si tratti di aborto coatto, sterilizzazione obbligatoria, infanticidio, rifiuto, abbandono o maltrattamento dei bambini non desiderati”; l’urgenza di vietare “sia gli incentivi a favore della sterilizzazione o dell’aborto a fini della pianificazione familiare che la sperimentazione scorretta dei metodi anticoncezionali nei Paesi in via di sviluppo”.
Ai sensi dell’articolo 2, gli scopi del Regolamento sono tre: “Garantire il diritto di donne, uomini e adolescenti a una buona igiene riproduttiva e sessuale; garantire a donne, uomini e adolescenti l’accesso a tutti i servizi e a tutti i prodotti necessari per garantire un’igiene riproduttiva e sessuale sicura; ridurre i tassi di mortalità tra le madri, specie nei Paesi e tra i popoli dove sono più elevati”. Beneficeranno di tale norma, secondo le intenzioni dei promotori, i Paesi più poveri e meno sviluppati e le fasce più sfavorite della popolazione dei Paesi in via di sviluppo. L’esecuzione del regolamento avverrà attraverso lo stanziamento di aiuti finanziari non rimborsabili, la fornitura di assistenza tecnica e di consulenze specifiche previa gara di appalto comunitaria, aperta anche alle Organizzazioni non governative, alle organizzazioni regionali, agli enti locali e agli istituti di ricerca. La proposta di regolamento e la relativa comunicazione della Commissione dovranno essere ora esaminate ed eventualmente emendate dal Parlamento europeo, con l’obiettivo di adottare la versione definitiva entro la fine dell’anno.