La condanna dei vescovi europei” “

La Comece, la Commissione degli episcopati della comunità europea, giudica “deplorevole” e “inopportuna” l’adozione, da parte del Parlamento europeo, della “Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi” e della relativa Risoluzione, approvate dal Parlamento europeo a Strasburgo il 3 luglio. Il Segretariato della Comece, in una nota, esprime assoluto disaccordo sui contenuti della relazione, poiché essa “chiede che l’aborto sia reso legale e la pillola del giorno dopo diventi più accessibile in tutti i Paesi membri e nei Paesi candidati all’allargamento”. La Comece ribadisce l’insegnamento della Chiesa cattolica – la vita umana inizia dal momento del concepimento – e ricorda che “l’Unione europea non ha poteri o responsabilità riguardo all’aborto o ad altre questioni collegate alla cura della salute riproduttiva e sessuale”. “Questi temi – sottolinea – rimangono di esclusiva competenza dei Paesi membri”, per cui “è inappropriato” che il Parlamento europeo “cerchi di influenzare le politiche degli Stati membri e dei Paesi candidati in ambiti in cui non ha responsabilità”. “Questa relazione non cambierà la legislazione o le politiche dell’Unione europea e dei Paesi membri e candidati”, nota la Comece. Tuttavia teme che questa relazione lanci due messaggi che “serviranno solo a gettare discredito sul Parlamento. Cioè darà l’impressione che il Parlamento desidera imporre ai Paesi membri e candidati politiche su cui solamente essi hanno l’esclusivo, democratico diritto di decidere. Oppure promuoverà il sospetto che il Parlamento non ha affari più urgenti da sbrigare piuttosto che discutere su questioni che non sono di sua competenza”. L’adozione di questa relazione, secondo la Comece, non contribuisce a “promuovere la fiducia tra i cittadini”.