Non vi sono “giustificazioni che possano impedire ai transessuali di godere in ogni caso del diritto di sposarsi”. Con due sentenze (nn. 366 e 367 dell’11 luglio 2002) la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha stabilito nei giorni scorsi che anche i transessuali hanno il diritto di sposarsi. La Corte ha accolto i ricorsi presentati contro il Regno Unito da due transessuali inglesi, Christine Goodwin, 65 anni, e I. di 47 che, dopo un intervento chirurgico che ne ha mutato il sesso da maschile in femminile, non si sono viste riconoscere giuridicamente tale cambiamento anagrafico. La Corte ha ravvisato nella condotta del governo britannico la violazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Secondo la Corte di Strasburgo, il mancato riconoscimento della nuova condizione ha causato in entrambi i casi la violazione dell’art.8 sul diritto al rispetto della vita privata e familiare, dell’art.12 sul diritto al matrimonio e dell’art.14 sul divieto di discriminazione, impedendo alle ricorrenti di contrarre matrimonio e di fondare una propria famiglia. Le ricorrenti hanno inoltre subito, ad avviso dei giudici di Strasburgo, anche svantaggi e penalizzazioni in ambito lavorativo e previdenziale.
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Sir Europa (Italiano)
N.ro assoluto : 40
N.ro relativo : 28
Data pubblicazione : 18/07/02