I giovani chiedono "più Europa"” “

La "Convenzione europea dei giovani" chiede un futuro "unito e democratico" per l’Unione, allargata ai Paesi candidati. Ma le contestazioni non sono mancate ” “

La Convenzione dei giovani (cfr SirEuropa n. 27/2002) si è riunita a Bruxelles dal 9 al 12 luglio scorsi. Nel corso dei quattro giorni di lavoro, i 210 delegati – in rappresentanza dei quindici Paesi membri dell’Unione e dei tredici Paesi dell’allargamento, Turchia compresa – hanno discusso i temi del futuro dell’integrazione comunitaria in relazione agli interessi, alle preoccupazioni e alle aspirazioni delle nuove generazioni europee. Presentando le conclusioni, il presidente della Convenzione dei giovani – l’italiano Giacomo Filibeck, esponente della sinistra giovanile italiana ed europea – ha affermato che “il nostro dibattito non deve risolversi in un unico momento di confronto” e ha invitato il Presidium della Convenzione a convocare una seconda sessione giovanile per discutere le proposte finali. Filibeck ha inoltre espresso l’auspicio che nel futuro trattato costituzionale vi sia “un forte riferimento alle politiche per la gioventù”. Il presidente della Convenzione giovanile ha sottolineato come “i giovani hanno dimostrato di voler partecipare al dibattito ma all’esterno ve ne sono milioni altrettanto se non più attivi che vogliono partecipare alla costruzione della società”.

Il documento finale. Con un documento finale di quattordici pagine, i giovani convenuti chiedono “un’Unione Europea che offra una visione di un futuro unito e democratico, un governo accessibile ai cittadini, una visione capace di offrire gli strumenti e la legittimità per dare una risposta alle aspirazioni dei cittadini”. I giovani sottolineano tra l’altro la necessità di giungere ad un Trattato costituzionale per l’Unione Europea che includa la Carta dei diritti fondamentali con valore vincolante e dove “dovrebbe esserci una lista delle competenze esclusive e delle competenze condivise tra l’Unione e gli Stati membri, con una definizione chiara delle altre competenze spettanti agli Stati”. Il documento propone che le Regioni europee, che detengono dei poteri costituzionali, partecipino alle riunioni del Consiglio dei Ministri per le materie riservate alle loro competenze e auspica che la sede del Parlamento Europeo sia limitata alla città di Bruxelles senza doversi più recare anche a Strasburgo.

Il dialogo prosegue. I giovani affermano inoltre che “la cooperazione internazionale costituisce l’antidoto contro i nazionalismi, i conflitti etnici e le dittature” e che “l’Unione Europea deve lavorare per la pace, i diritti umani, il disarmo e lo sviluppo nel mondo intero”. Jean-Luc Dehaene, vicepresidente della Convenzione per i futuro dell’Europa e responsabile delle relazioni con la società civile, ringraziando la Convenzione giovanile del contributo offerto, ha confermato che il Presidium intende proseguire il dialogo con la gioventù europea. Per questa ragione il presidente Filibeck e i due vicepresidenti della Convenzione dei giovani (la liberale danese Ellen Trane Norby e la popolare maltese Roberta Tedesco Triccas) saranno invitati a seguire i lavori delle future sessioni plenarie.

“L’attacco dei cloni”. Non tutto però è filato liscio nella Convenzione dei giovani: nel corso della seduta conclusiva, 57 delegati hanno presentato un documento di minoranza intitolato “L’attacco dei cloni” con il quale si denuncia la “conduzione antidemocratica della Convenzione dei giovani, non rappresentativa dei giovani europei” e si criticano le procedure di scelta dei candidati e di nomina alle cariche direttive. L’accusa principale è rivolta al Forum europeo della gioventù e ai partiti politici europei che avrebbero gestito senza trasparenza l’incontro, impedendo un reale dibattito e ispirando la redazione del testo finale in base non alle reali aspettative dei giovani bensì agli interessi già prefigurati delle famiglie politiche europee. Valéry Giscard d’Estaing, commentando la protesta proveniente da oltre un quarto dei giovani convenuti, ha affermato che “ad essere sincero, avrei desiderato un dibattito più ampio, vera e libera espressione dei giovani europei ma le organizzazioni dei giovani hanno preso più spazio di quanto previsto”.
G.A.G.