Il testo del sesto programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico approvato dal Consiglio all’inizio di giugno prevede la possibilità che la Comunità finanzi progetti di ricerca sulle cellule staminali se sussiste per queste ultime il requisito della brevettabilità e se l’obiettivo finale è quello di migliorare la salute umana. I governi di Austria, Germania, Italia e Irlanda, seppur con sfumature diverse, hanno espresso ripetutamente la loro netta contrarietà al fatto che un programma dell’Unione Europea finanzi la ricerca sugli embrioni umani. La presidenza danese ha contattato i Ministri competenti nelle quindici capitali europee al fine di trovare una soluzione ed evitare un muro contro muro in Consiglio che avrebbe il risultato di bloccare o quantomeno ritardare la conclusione dell’iter per l’adozione del sesto programma quadro (manca ancora il voto sui programmi specifici e sulle modalità di partecipazione ai bandi).
La questione è ora sul tavolo del Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri, che è stato incaricato di sondare le possibilità di un eventuale accordo i cui termini appaiono comunque incerti, considerate le implicazioni etiche della ricerca sulle cellule staminali. In caso contrario, la discussione finale sarebbe demandata al vertice europeo. Il Consiglio dei ministri della ricerca ha in programma di riunirsi il 30 settembre prossimo, mentre è in calendario per il mese di novembre il via ufficiale al nuovo programma comunitario di ricerca, dotato di un bilancio pari a 17,5 miliardi di euro per il periodo 2002/2003, pari al 3,9% dell’intero bilancio dell’Unione.