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"Il Papa crede in noi"

” “Le testimonianze dei giovani europei che hanno affollato le strade di Toronto per ” “partecipare alla Giornata mondiale ” “della Gioventù” “” “


Si è conclusa domenica 28 luglio, con la Messa presieduta dal Papa, la XVII Giornata mondiale della gioventù. Nel Downsview Park di Toronto, sotto la fitta pioggia, erano presenti circa 800 mila giovani. A loro il Papa ha affidato il compito di “umanizzare il mondo in cui viviamo”, con un “rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà”. Abbiamo raccolto le impressioni di alcuni protagonisti europei della Giornata.

“Giorni indimenticabili!” Così ricorderanno le esperienze vissute durante la XVII Giornata mondiale della gioventù i giovani che dal 18 al 28 luglio hanno affollato le strade di Toronto. Rocío, 23 anni, di Madrid ( Spagna) afferma che “l’esperienza più bella è stata ascoltare la testimonianza del Santo Padre. Vedendolo, ho capito cosa vuol dire essere un uomo di Dio. Mi sento pronto a prendere sul serio il suo invito ad ‘essere una generazione nuova’. Se il Papa ci ha detto di essere luce del mondo e sale della terra e ci ha affidato il mondo di domani, vuol dire che ha fiducia in noi”. Anche per Michele, 29 anni, di Piacenza ( Italia) “il Papa ha una immensa fiducia nei giovani: se ci ha detto che siamo la luce del mondo e il sale della terra, vuol dire che crede in noi. E quindi crede che un mondo migliore sia possibile. Ci ha messo di fronte ad un’alternativa. E noi siamo qui per dirgli che scegliamo il bene che scegliamo quella luce che lui stesso ci ha indicato”.
Stefanie, 20 anni, della provincia di Hannover ( Germania), porterà a casa “la comunione vissuta con i giovani degli altri Paesi”. A Toronto non sono mancate storie di ragazzi che, nonostante la loro età, hanno dovuto già fare i conti con la guerra. Tra questi, Sanja, 17 anni, vive a Stoccolma ma è nata e cresciuta a Doboj, in Bosnia-Erzegovina. “Siamo fuggiti nel 1993 – racconta – a causa della guerra. Avevo solo 7 anni ma ricordo ogni cosa: gli spari, la paura, la gente che correva, la disperazione di chi ha visto morire i propri familiari. E’ stato terribile”. “La mia speranza – aggiunge Sanja – è che il mondo possa essere migliore. So che sarà difficile. Il futuro si gioca sulla possibilità che popoli diversi tra loro possano vivere insieme e rispettarsi, per quello che sono. Ho visto cosa può succedere quando ci si odia. Credo che le religioni, soprattutto i cristiani e i musulmani, abbiano una grandissima responsabilità: mostrare al mondo che è possibile la pace”.
La Gmg è stata anche un’esperienza di “scambio tra europei e nordamericani”. Ne è convinto mons. Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria ( Croazia) e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). Per il vescovo di Zagabria un altro dato positivo della Giornata è che “i giovani europei si sono riconosciuti tra di loro, scoprendo che insieme possono creare una comunità europea”. Mons. Bozanic nota, infine, “la fiducia riposta dal Papa nei giovani”, a tal punto da chiamarli “evangelizzatori” del ventunesimo secolo. È proprio questo mandato, afferma mons. Edoardo Menichelli, vescovo di Chieti-Vasto (Italia), che deve spronare i giovani occidentali “a riprendere in mano una sorta d’indignazione nei confronti della realtà, manifestando quella gioiosa ribellione necessaria nei nostri tempi, sempre più impenetrabili al mistero spirituale”. Delle giornate canadesi, aggiunge mons. Menichelli, “mi rimarrà impressa l’ubbidienza dei ragazzi agli orari, alle fatiche, alle manifestazioni. Sono certo che saranno capaci di accogliere la sfida che il Papa ha lanciato loro, cioè di costruire il futuro e di non lasciarsi condizionare troppo dai modelli sociali preconfezionati”. Calato il sipario su Toronto già si prepara la XX Gmg, in programma nel 2005 a Colonia, in Germania. Per il card. Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca e vescovo di Magonza, l’evento rappresenta “un premio e una sfida”. Infatti, osserva il cardinale, “dare il benvenuto in Germania ai giovani del mondo, così come noi siamo stati accolti in Canada, rappresenta una grande responsabilità per la Chiesa cattolica tedesca. Come in Canada, i giovani saranno ospitati dalle famiglie delle diocesi tedesche alcuni giorni prima dell’incontro vero e proprio, previsto tra il 16 e il 21 agosto 2005”.
Maria Chiara Biagioni e Patrizia Caiffa
inviate sir a Toronto