" "sussidiarietà
” “” “Gli enti locali rivendicano il proprio ruolo nella costruzione dell’Europa e chiedono più poteri per il "Comitato delle regioni" in seno all’UE” “” “
“Qualsiasi forma istituzionale acquisirà l’Europa, questa non potrà non tenere conto delle autonomie locali che rappresentano un contributo importante alla costruzione di un sistema europeo veramente democratico e vicino ai cittadini”. Lo ha affermato nei giorni scorsi a Roma il sindaco di Foggia, Paolo Agostinacchio , intervenendo al convegno promosso da Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), Upi (Unione delle Province d’Italia) ed Uncem (Unione delle Comunità montane) sul tema “L’Europa per tutti, ad un anno dal Libro bianco sulla Governance”. Il principio di sussidiarietà, ha proseguito, “deve concretizzarsi in una precisa definizione e delimitazione delle competenze che comporti la convivenza di diversi livelli istituzionali”. Intanto prosegue il confronto su questi temi in seno al gruppo di lavoro sulla sussidiarietà della Convenzione per il futuro dell’Europa. La sessione plenaria della Convenzione in programma il 3 e 4 ottobre a Bruxelles, sarà infatti dedicata alla discussione sulla sussidiarietà.
Maggiore flessibilità. In Europa, ad avviso di Mercedes Bresso, presidente della Provincia di Torino, occorre pensare a “meccanismi decisionali più partecipativi per gli enti locali” secondo una sussidiarietà che sia “fattore di sinergia e di collaborazione tra le istituzioni” ma occorre anche “una maggiore semplificazione e flessibilità nell’applicazione delle norme comunitarie che tenga conto delle diversità e delle prerogative locali anche attraverso accordi tripartiti fra Commissione europea, Stati e singole entità locali”.
Un’Europa vicina ai cittadini. L’importanza di “coniugare il tema dell’Europa con quello della cittadinanza, con particolare attenzione alla formazione dei giovani”, è stata rimarcata da Giancarlo D’Alessandro, fondatore nel 2000 a Roma dell’associazione “Cantiere Europa”, organismo che riunisce il Comune di Roma e le tre università statali (La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre). “E’ vivo l’interesse dei giovani per il futuro dell’Europa” ha osservato, ricordando la proposta avanzata dalla loro “Convenzione” (Bruxelles 9-12 luglio) che “le regioni europee detentrici di poteri costituzionali partecipino alle riunioni del Consiglio dei ministri per le materie di propria competenza”. D’Alessandro ha inoltre auspicato che “la festa dell’Europa, attualmente celebrata il 9 maggio solo a Bruxelles”, venga introdotta come ricorrenza civile in tutti gli Stati membri “perché l’Europa procede nelle coscienze anche attraverso i simboli”. Sua, infine, la proposta di istituire in ogni Comune del continente “uno ‘Sportello Europa’ per i cittadini”.
Quale partecipazione? “A livello comunitario si legge nel ‘Libro bianco sulla Governance’ al centro dell’incontro degli enti locali la Commissione, nell’elaborare le sue proposte, deve tenere conto delle realtà e delle esperienze regionali e locali. A tale scopo la Commissione deve organizzare in forma più sistematica un dialogo con le associazioni europee e nazionali delle amministrazioni regionali e locali, rispettando al tempo stesso le disposizioni costituzionali e amministrative di ciascuno Stato membro”. Gli amministratori locali intervenuti concordano sulla necessità che il Comitato delle Regioni – l’assemblea dei rappresentanti di Regioni ed enti locali degli Stati membri istituita dal Trattato di Maastricht – “nel riassetto dei poteri istituzionali dell’UE, potenzi i propri poteri e diventi organo della stessa Unione”.
Autonomie e sistema europeo. Perplesso sull’ipotesi di questo “riconoscimento costituzionale” il ministro delle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione: “Le regioni di alcuni Paesi europei – ha spiegato sono dotate di potestà legislativa, le regioni di altri, come la Gran Bretagna, invece ne sono prive. Per questo è difficile fare una proposta comune”. E’ preferibile, piuttosto, “chiedere che il patto nazionale che negli Stati federali conferisce un ruolo speciale alle regioni venga riconosciuto all’interno del sistema europeo”. Secondo Buttiglione è poi urgente creare “un rapporto più snello e diretto tra autonomie locali e Unione Europea. L’UE non può e non deve cedere poteri” ma, “secondo il principio di una buona ‘Governance’, deve saper coniugare la capacità di decisione con l’articolazione del consenso”.
Giovanna Pasqualin Traversa