Profeti di pace” “

” “"In Medio Oriente i popoli sono molto più vicini dei rispettivi ” “governi", afferma il ” “presidente della ” “conferenza dei rabbini d’Europa e sollecita ” “l’impegno delle religioni per la pace” “” “


“Siamo di fronte ad una pagina nuova della storia. A noi il compito di scriverla”. A sottolineare il peso della responsabilità degli uomini e delle donne di questo tempo è il rabbino René Samuel Sirat , presidente della Conferenza dei rabbini d’Europa, con il quale abbiamo parlato della sempre più difficile situazione in Medio Oriente. Lo abbiamo incontrato a Palermo, al Meeting internazionale “Uomini e Religioni” della Comunità di Sant’Egidio dove Sirat ha partecipato ad una tavola rotonda sulla “autocritica delle religioni”. “Per promuovere una vera pace – dice Sirat – occorrono i profeti e gli uomini di religione possono esserlo. Sono i profeti che faranno la storia”.

Che cosa teme di più per la Terra Santa?
“C’è il serio rischio che ci si possa abituare all’idea che in Medio Oriente ormai non ci sia altra alternativa alla guerra e che questa situazione di conflitto possa durare ancora per molto tempo. Ecco perché è fondamentale ricercare la pace, perseguirla senza tregua e percorrere tutte le possibili strade che aprono ad essa. Non vorrei entrare nelle questioni interne di Israele. Ma è importante ricordare che ci sono dei bambini e dei civili innocenti che vengono uccisi negli attentati. E quando ci sono delle persone che muoiono per errore, le religioni sono interpellate. Hanno il dovere di dire che il principio fondamentale che le guida è la ricerca della pace”.
Ma la pace è possibile?
“La questione è sapere se l’Autorità palestinese e in particolare il presidente Arafat abbiano davvero accettato l’idea che Israele ha diritto di vivere in Medio Oriente e che possa essere uno Stato come gli altri. Vogliamo dai palestinesi risposte non evasive. Ma lo vogliamo non a scapito dei nostri valori, non a scapito della pace, perché sarebbe per noi una perdita di identità morale che sarebbe drammatica per Israele”.
Gli ebrei sono pronti a fare un’autocritica sulla questione della Terra Santa?
“Sono trent’anni che milito per la pace tra palestinesi ed israeliani. Sono trent’anni che dico che occorre creare uno Stato israeliano e uno Stato palestinese. Credo che i popoli siano tra loro molto più vicini dei loro dirigenti politici. Il popolo – sia palestinese che israeliano – sa che ci saranno due Stati sulla Terra Santa”.
Chi trae allora vantaggio dalla guerra?
“La paura. Tutti hanno paura di tutti. I palestinesi hanno paura degli israeliani perché hanno una maggiore forza militare. Gli israeliani hanno paura dei palestinesi perché agiscono con attentati terroristici. Chi regna in questo momento in Medio Oriente è la paura. La paura è vera, aleggia ovunque. In Israele come in Palestina”.
Quando finirà tutto questo?
“Ci sono state persone che hanno pagato con la vita. Bisogna avere il coraggio di fermarsi. Smetterla di replicare alle bombe con le bombe. La pace può ancora vincere ma ci occorre l’aiuto di Dio”.
servizi a cura di Maria Chiara Biagioni
inviata Sir a Palermo