ecumenismo" "

Una speranza per il dialogo” “

Bilancio positivo dell’accoglienza della Carta ecumenica europea a un anno e mezzo dalla ” “pubblicazione, secondo le Chiese cristiane riunite nei giorni scorsi in Germania” “

“Un testo, un processo, un sogno”, così è stata definita la Charta Oecumenica al termine della consultazione che il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e la Conferenza delle Chiese d’Europa (Kek) hanno promosso dal 7 al 10 settembre a Ottmaring per fare il punto sul processo di ricezione del testo in Europa e delineare le prospettive di lavoro futuro. La Charta contiene una serie di linee guida per la crescita della collaborazione tra le Chiese d’Europa e fu firmata nell’aprile 2001, dai presidenti del Ccee e della Kek, dopo un lungo processo di consultazioni. Ad un anno di distanza, il testo è stato tradotto in 24 lingue diverse. Alla consultazione di Ottmaring – cittadella ecumenica che si trova nel Sud della Germania – hanno partecipato una cinquantina di rappresentanti delle Conferenze episcopali e delle Chiese cristiane presenti in Europa, provenienti da una ventina di paesi.

Uno slancio nuovo a chi crede nel dialogo. “Era proprio necessario fare un bilancio della ricezione della Charta Oecumenica in Europa e su come se ne prevede un proseguimento”. Lo ha detto mons. Amédée Grab, presidente del Ccee, a termine della consultazione. “Un documento importante – ha aggiunto – perché la Charta ha una destinazione continentale e un impegno, per quanto non giuridico e formale – ecclesiale: per la prima volta il documento è stato recepito e accettato da tutte le Chiese, non solo da cattolici e riformati ma anche dagli ortodossi. Non si tratta quindi solo di avvicinare e accomunare nell’impegno protestanti e cattolici, ma anche Est e Ovest nell’Europa”. Anche il metropolita di Francia Jérémie, presidente della Kek, sottolinea che “la Charta riguarda tutti i cristiani dell’Europa, cattolici, protestanti e ortodossi e tocca tutti gli ambiti della vita in questo continente europeo”. Secondo il metropolita, inoltre, “la Charta Oecumenica ha aperto una nuova prospettiva nei rapporti tra le nostre Chiese, non solo a livello di responsabili ma di popolo, a livello di impegno quotidiano”.

Un’opportunità per risolvere i problemi. Soddisfazione per l’esito dei lavori è stata espressa anche da Keith Clements, segretario generale della Kek, secondo il quale “questo incontro si è dimostrato molto utile perché ha permesso di farci un’idea migliore di come la Charta è stata recepita e discussa ed è progredita. In alcune zone c’è stato un progresso notevole nell’ambito delle Chiese e dei Concili ecumenici e intense discussioni hanno rinnovato il dialogo ecumenico. Altrove ci sono state difficoltà e ne abbiamo preso atto. Tutto ciò è molto importante, avremo modo di vedere entrambe le situazioni, dove è stata recepita bene e dove meno bene e vedremo cosa potremo imparare da questo”. Riflettendo sugli ostacoli ancora presenti con alcune Chiese che hanno manifestato delle riserve al testo, il segretario generale del Kek, ha detto che “proprio un serio impegno nella Charta Oecumenica può essere un’opportunità per risolvere i problemi”.

Uno strumento per accogliere le sfide della storia. La Charta è un’ “agenda ecumenica”, ha affermato il segretario generale del Ccee, mons. Aldo Giordano. “Si tratta del primo tentativo storico di questo genere”. “E’ chiaro – ha aggiunto Giordano – che l’unica vera agenda del cristiano rimane il Vangelo, ma la Charta è uno strumento per cogliere le sfide che la storia lancia alla Chiesa”. Occuparsi di ecumenismo quindi, sintetizza il segretario del Ccee, è “un’urgenza attuale che ci riguarda individualmente perché è in gioco la nostra testimonianza, la nostra identità di cristiani”. In risposta, invece, ai riferimenti, talvolta polemici, sul rapporto tra la Charta Ecumenica e l’Unione europea, mons. Giordano ha sottolineato il carattere nettamente distinto tra il testo sottoscritto dalle Chiese e la Charta dei diritti fondamentali dell’UE, anche se – ha aggiunto il rappresentante del Ccee – “su diversi temi della Convenzione le Chiese cristiane hanno qualcosa da dire”. “La Charta Oecumenica, pur essendo un fatto ecclesiale e mantenendo autonomia e distanza dall’UE – ha affermato Giordano – è un contributo al dibattito sul futuro e l’identità dell’Europa”.