L’amministrazione Bush ha tagliato i fondi per la pianificazione familiare nei Pvs. L’UE è pronta a sostituirla, afferma la relatrice del nuovo ” “regolamento ” “
E’ una donna pastore protestante la relatrice dinanzi alla Commissione per lo sviluppo e la cooperazione del Parlamento Europeo della proposta di “Regolamento sul sostegno alle politiche e alle azioni riguardanti l’igiene riproduttiva e sessuale e i diritti connessi nei Paesi in via di sviluppo”. Si tratta di Ulla Margrethe Sandbaek , 59 anni, danese, laureata in teologia, pastore protestante, membro del gruppo politico “Europa dei Democratici e delle Differenze” (i cosiddetti “euroscettici”). L’abbiamo intervistata.
Come valuta questa proposta di regolamento e come pensa di impostare la sua relazione?
“Malgrado da più parti si dica il contrario, non si tratta di una modifica drastica rispetto all’attuale regolamento. Come è ormai chiaro a tutti, gli ‘obiettivi del Millennio’ non possono essere conseguiti senza una tutela precisa dei diritti sessuali e riproduttivi. Io voglio restare nel solco tracciato dalla Conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo del 1994 e rifarmi anche al regolamento ora vigente. Né voglio essere inutilmente provocatrice. Comunque, non vedo minacce di sorta: si parla di diritti, di servizi che mancano e che devono essere forniti partendo comunque dalla negazione dell’aborto legalizzato in ogni caso. E’ un dato di fatto che ogni mezz’ora una donna muore nel mondo per malattie legate alla riproduzione e alla sessualità; il mio intento è ‘civilizzare’ per quanto possibile questo ambito”.
Può fare qualche esempio?
“Faccio un esempio: se vi sono servizi che funzionano, una donna che ha praticato un aborto ‘insicuro’ e che magari si è ammalata potrà recarsi in centri qualificati e trovare personale competente che offre consulenza su come evitare le malattie, le gravidanze indesiderate, su come assumere ‘comportamenti responsabili’. Non è un segreto per nessuno che nella civiltà africana le donne non possono rifiutare di avere rapporti sessuali non protetti. Spesso allattano anche i bambini coscienti di essere sieropositive ma non osano dare il latte artificiale per evitare lo scherno e la qualifica di intoccabili. E’ su questo versante che dobbiamo fornire servizi”.
Condivide le preoccupazioni dei cattolici in merito a tale regolamento?
“Io sono un pastore, seguo gli insegnamenti del Vangelo e cerco di applicarli. Il Vangelo parla di amore e carità, non chiede di giudicare. Dobbiamo mostrare amore e compassione senza giudicare. Del resto e proprio per gli stessi motivi sia culturali che sociali, anche i rapporti sessuali tra coniugi uccidono milioni di persone in tutto il mondo per mancanza di igiene e sanità adeguate. Dobbiamo misurarci con i fatti della vita: l’importante è creare servizi che riducano al minimo i rischi di mortalità e di morbilità, utilizzando un linguaggio già internazionalmente accettato. Lo considero un dovere”.
Come valuta la politica dell’Unione Europea che punta a sostituirsi agli Stati Uniti nel finanziamento degli interventi di “family planning” nei Pvs?
“Il ritiro degli Stati Uniti dalle agenzie internazionali per i problemi demografici dei Paesi in via di sviluppo avrà conseguenze molto gravi. Rischiamo di avere milioni di morti che invece, grazie agli aiuti, avrebbero potuto avere un destino migliore. A questo punto, noi europei dobbiamo cercare di aiutare a vivere chi non ha oggi mezzi nemmeno per sopravvivere. Anche la Commissione esecutiva ha contattato personalità di tutto il mondo perché facciano da ‘ambasciatori di buona volontà’ in questo settore. L’Unione è ormai impegnata in una missione umanitaria contro il tempo; il nuovo regolamento forse è una goccia nel mare ma può contribuire a salvare milioni di donne e bambini”.