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L’UE sta discutendo ” “un regolamento sulla "igiene riproduttiva" per finanziare interventi nei Paesi in via di sviluppo. Ne anticipiamo i ” “contenuti ” “” “
I finanziamenti elargiti dall’Unione Europea per il sostegno alle politiche e ai programmi demografici nei Paesi in via di sviluppo sono allo stato attuale disciplinati dal Regolamento n. 1484/97, in scadenza a fine anno. In sostituzione, il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno presentato una “Proposta di Regolamento sul sostegno alle politiche e alle azioni riguardanti l’igiene riproduttiva e sessuale e i diritti connessi nei Paesi in via di sviluppo” (cfr SirEuropa n.31 e n.26/2002). Partendo dal doppio assunto della necessità di ridurre il “tasso di mortalità e morbilità tra le madri” e del “divieto di promuovere sia gli incentivi a favore della sterilizzazione o dell’aborto a fini di pianificazione familiare che la sperimentazione scorretta dei metodi anticoncezionali nei Paesi in via di sviluppo” (Pvs), la Comunità intende con il Regolamento in questione “promuovere il riconoscimento dei diritti riproduttivi e sessuali, una maternità sicura e l’accesso per tutti a servizi affidabili nel campo dell’igiene riproduttiva e sessuale”.
A chi saranno diretti gli aiuti. Beneficiari degli aiuti saranno “i Paesi più poveri e meno sviluppati e le fasce più sfavorite della popolazione dei Paesi in via di sviluppo” e “gli interventi volti a completare e a rafforzare le politiche e la capacità dei Pvs e l’assistenza fornita attraverso altri strumenti di cooperazione allo sviluppo”. I finanziamenti potranno essere erogati ad enti ed agenzie governativi, regionali e locali, alle organizzazioni non governative, alle organizzazioni internazionali regionali, agli enti internazionali come le Nazioni Unite, la Fao o la Banca Mondiale, a “partenariati” internazionali fra pubblico e privato ma anche a istituti di ricerca e università. La proposta non si discosta dal percorso tracciato dal Regolamento attualmente vigente, pur presentando alcune novità di rilievo: la prima e più sostanziale concerne il bilancio, che a partire dal 2003 e per un periodo di quattro anni dovrebbe ammontare almeno a 20 milioni di euro annui (in tal senso vi è già l’accordo di massima con la Commissione Bilancio del Parlamento Europeo) a fronte di una spesa complessiva di 35 milioni di Ecu per il quinquennio 1998-2002 prevista dal Regolamento 1484/97.
Spazio alla formazione. La seconda novità del progetto di regolamento consiste nel fatto che tra i beneficiari dei finanziamenti europei sono stati inclusi direttamente per la prima volta le università e gli istituti di ricerca, per evidenziare il rilievo dato alla formazione, all’istruzione e alla ricerca sanitaria. Infine, la proposta di Regolamento prevede che la Commissione esecutiva elabori annualmente e indicativamente “orientamenti di programmazione strategica che definiscano la cooperazione della Comunità in termini di obiettivi misurabili, priorità, scadenze per i settori specifici di intervento, presupposti e risultati previsti”. L’adozione del Regolamento da parte del Consiglio è prevista entro il prossimo mese di ottobre, affinché possa entrare in vigore entro la fine dell’anno. Scadrà il 31 dicembre 2006.