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Religioni, strumento di pace” “

“Religioni, spiritualità, laicità: fattori di tolleranza e di apertura verso il prossimo, o fattori di divisione o esclusione?”. Su questo tema i rappresentanti di diverse confessioni religiose si sono dati appuntamento, ieri 25 settembre, al Parlamento di Bruxelles per un colloquio organizzato nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata della pace che si celebra il 7 ottobre. “Le religioni – ha detto mons. Jozef De Kesel, vescovo ausiliare di Bruxelles – si situano in un contesto culturale e sociale che va oltre le religioni stesse”. E Philip Grollet, presidente del Consiglio centrale delle comunità filosofiche non confessionali del Belgio, ha aggiunto: “ Nessun concetto umano quanto le religioni è stato preso a pretesto nella storia per odio e guerre“.
A dimostrazione di quanto questa interpretazione sia sbagliata, sono intervenuti i rappresentanti delle diverse religioni. Albert Guigui, gran rabbino di Bruxelles, ha ricordato che l’ebraismo può essere riassunto nella massima “Ama il prossimo tuo come te stesso”, a riprova dell’importanza fondamentale della persona umana per l’etica ebraica. Nordin Maloujahmoum, presidente dell’esecutivo dei musulmani del Belgio, ha contestato l’identificazione dell’Islam con una religione “barbara e retrograda: si tratta al contrario di una religione di liberazione e di apertura al mondo, che ha molti aspetti in comune con il cristianesimo: il rispetto del pluralismo e delle differenze, la ricerca di una società più giusta, la pacificazione dell’uomo con Dio, con i propri simili e con l’universo intero”.
Il rappresentante musulmano ha inoltre affermato di “credere fermamente in un domani multiculturale, che sappia superare la mera coesistenza e aprire il dialogo alla cooperazione. Un domani dove il messaggio di pace dell’Islam avrà un ruolo importante da svolgere”. Le conclusioni del colloquio sono state affidate ad Angelo Passaleva, vicepresidente della regione Toscana con delega alle politiche sociali, secondo il quale è necessario preparare un terreno su cui “tutti, credenti e laici, dobbiamo impegnarci a ricercare e a custodire un equilibrio coerente non solo con i valori della laicità ma anche con le tradizioni dei nostri Paesi, comprese quelle, fortissime in Europa, che rimandano alla dimensione trascendente e religiosa della cultura cristiana”.