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"La scelta della persona è stata più importante della scelta del programma", così i politologi commentano i risultati delle elezioni tedesche” “
Incerte fino all’ultimo, le elezioni del Bundestag Camera bassa svoltesi il 22 settembre in Germania, hanno visto un successo di misura della coalizione uscente SPD (socialdemocratici) Verdi. Grazie a questi ultimi, l’attuale governo è stato riconfermato. SPD e i partiti cristiani dell’Unione (CDU/CSU) hanno riportato la stessa percentuale di voti, il 38,5%. Grande il successo dei verdi, attestati sull’8,6%; male è andata invece ai liberali della FDP, alleati dell’Unione, che hanno raggiunto il 7,4% dei voti, contro le previsioni intorno al 10%: le recenti dichiarazioni antisemite di alcuni dirigenti del partito hanno scatenato grosse polemiche con gravi ripercussioni sui risultati elettorali. Fuori dal Bundestag il partito ex-comunista PDS, che non ha superato la soglia del 5%, così come altri piccoli partiti, tra cui quelli di estrema destra e neonazisti. Abbiamo chiesto un parere sui risultati elettorali a Nikolaus Lobkowicz , direttore dell’istituto centrale per gli studi dell’Europa centrale ed orientale dell’università cattolica di Eichstätt, studioso e filosofo, e Heinrich Oberreuter , direttore dell’Accademia per la formazione politica, politologo e commentatore radiotelevisivo.
Prof. Lobkowicz, come giudica la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni?
“La scelta della persona è stata più importante della scelta del programma. Schröder ha puntato sulla simpatia, Stoiber sugli argomenti, soprattutto sugli insuccessi del governo rosso-verde contro la disoccupazione. Nelle ultime settimane, la campagna ha assunto però toni demagogici: Schröder ha alimentato la paura dell’intervento americano in Iraq, danneggiando gravemente il buon rapporto con il governo degli Stati Uniti”.
Prevede cambiamenti nella politica sociale?
“Lo ritengo improbabile per via della maggioranza esigua e del maggior potere di CDU/CSU al Bundesrat (Consiglio federale). Ed è un peccato perché la Germania ha un bisogno urgente di riforme soprattutto nella politica sociale e nell’istruzione”.
Il governo uscente ha approvato diverse leggi controverse nel settore della famiglia e della biogenetica. Crede che Schröder dovrà tenere in maggior considerazione il mondo cristiano?
“Non lo credo, soprattutto perché i ‘partiti cristiani’, a ben vedere, tengono in poco conto i valori cristiani esattamente quanto i socialdemocratici, i verdi o i liberali. Il card. Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, aveva ragione quando ha scritto che per onestà i partiti dell’Unione avrebbero dovuto eliminare la denominazione di ‘cristiani’. Non dimentichiamoci che è stato un governo CDU/CSU a decidere la liberalizzazione della legge sull’aborto”.
Prof. Oberreuter, la coesistenza in Europa di Paesi prevalentemente “latini”, governati da partiti di centro-destra e di altri, come la Svezia e ora nuovamente la Germania, governati da partiti socialisti e di sinistra è il segno di una frattura politico-culturale?
“Naturalmente si possono considerare le ragioni storiche che hanno portato alle diversità tra Paesi influenzati dalla cultura cattolica e Paesi protestanti. Anche in Germania, vi sono Länder influenzati dal cattolicesimo governati dall’Unione e Länder protestanti, in cui prevale la SPD. Ma mi chiedo se questa interpretazione abbia ancora un senso”.
Vi potranno essere delle ripercussioni delle elezioni tedesche nel lavoro di riforma dei Trattati dell’UE?
“Per quanto riguarda un’eventuale costituzione europea che faccia riferimento alla tradizione cristiana, prevedo effetti negativi per via della secolarizzazione in atto in Europa. Anche nella CDU e nella cattolica Baviera si osserva una scarsa attenzione verso i valori cristiani. Sarebbe invece necessario elaborare un’etica europea che fosse veramente accettabile da tutti: ciò è possibile solo se ci si rammenta della tradizione cristiana comune”.
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