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Un’opportunità e una sfida” “

Un anno fa gli episcopati della Comunità europea pubblicavano un rapporto sulla globalizzazione, redatto da un gruppo di esperti. Nei giorni scorsi sono tornati a fare il punto sull’argomento ” “

La partecipazione dei Paesi poveri al commercio internazionale è il presupposto per garantire una globalizzazione solidale. E’ quanto afferma un documento diffuso al termine di una riunione del “Comitato esecutivo” della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità Europa, che si è svolta il 30 settembre a Bruxelles. Nell’ottobre del 2001, il gruppo di lavoro sulla “Global Governance” della Comece aveva pubblicato un rapporto dal titolo “Global governance: la nostra responsabilità per fare della globalizzazione un’opportunità per tutti” (cfr SirEuropa n.4 del 25 ottobre 2001). Il gruppo di lavoro che lo ha redatto è presieduto da Michel Camdessus, già direttore del Fondo monetario internazionale, ed è composto da rappresentanti del mondo accademico, ecclesiale e delle organizzazioni internazionali. Il rapporto è stato sottoposto a rappresentanti di ong e organismi delle Chiese. Il documento presentato in questi giorni è un aggiornamento realizzato alla luce delle osservazioni raccolte e degli incontri internazionali che si sono svolti in questo ultimo anno.

L’analisi della situazione internazionale. “Un anno dopo gli attacchi terroristici agli Stati Uniti – si legge nell’introduzione del rapporto – un diffuso sentimento di incertezza persiste nel mondo e la lotta condotta dagli Usa contro il terrorismo internazionale continua a dominare l’agenda politica internazionale. Tuttavia, lo choc dell’11 settembre non ha fatto emergere quel processo di globalizzazione che si era predetto. Ha piuttosto sottolineato la sfida a farne un’opportunità per tutti”. Il rapporto del gruppo di lavoro della Comece passa in rassegna gli eventi internazionali più importanti dell’ultimo anno: dal summit del G8 di Kananakis al vertice mondiale di Johannesburg. A proposito di quest’ultimo summit, gli esperti propongono l’istituzione di un’organizzazione mondiale per l’ambiente.
Il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e della Banca Mondiale. Alcune osservazioni fatte pervenire ai vescovi riguardavano il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e della Banca Mondiale. Alcuni hanno definito questi organismi come “responsabili dello stato di povertà nel mondo”. Ma ad avviso degli esperti dell’episcopato europeo queste organizzazioni sono “testate d’angolo di ogni sistema di Global Governance”, da rendere “più forti piuttosto che indebolire”, perché garantiscono la partecipazione dei paesi più poveri al sistema mondiale. Alcuni, inoltre, hanno criticato il rapporto del 2001 perché dava “troppa enfasi al commercio”. “E’ fuori dubbio – risponde la Comece – che i Paesi in via di sviluppo si confrontano con una serie di sfide difficili”, tra cui “l’insufficiente capacità istituzionale”. “Ma per questi Paesi – osservano gli esperti – non c’è altra possibilità che favorire la loro partecipazione all’economia internazionale, se si vuole davvero cercare di accelerare il loro sviluppo economico”.
Il ruolo delle ong. Il gruppo di lavoro della Comece torna infine a ribadire che le ong “non dovrebbero giocare un ruolo diretto nelle decisioni e nel controllo formale degli organismi esecutivi”. L’osservazione è diretta a rispondere a chi aveva criticato il documento della Comece per aver “preso in scarsa considerazione il ruolo della società civile internazionale, e in particolare delle ong”. “Pensiamo – scrivono gli esperti – che sia importante approfondire la discussione sul ruolo specifico delle ong ed esplorare modi effettivi con cui la loro voce possa essere ascoltata a livello istituzionale”. Si propone di realizzare “un sistema di accredito per le ong” così da dare loro la possibilità di giocare un ruolo “consultivo”.
L’appello alle Chiese. Il documento termina con un appello. “Ci piacerebbe – scrivono gli esperti della Comece – incoraggiare i vescovi d’Europa e del mondo a prendere parte più attiva al dibattito sulla global governance”. Il 40° anniversario dell’enciclica “Pacem in Terris” che si celebrerà nel 2003 può rappresentare “una buona opportunità per la Chiesa e i suoi membri affinché partecipino di più in questi importanti dibattiti del nostro tempo, agiscano secondo la loro vocazione e promuovano la fondamentale unità della famiglia umana”.
Maria Chiara Biagioni