Da 160 anni la Chiesa tedesca è impegnata nell’attività missionaria nel sud del mondo. Numerosi i missionari "fidei donum"” “” “
In Germania esistono svariate organizzazioni assistenziali cattoliche, ciascuna con finalità specifiche. Col nome di “Missio”, la Pontificia Opera Missionaria coordina l’attività missionaria tedesca. Fondata oltre 160 anni fa ad Aquisgrana, venne affiancata da un’analoga istituzione sorta contemporaneamente a Monaco. La duplice struttura di Missio è tuttora mantenuta. Ad essa aderiscono circa mezzo milione di persone che sostengono le giovani Chiese di Africa, Asia e Oceania con contributi ed offerte che vanno a favore di circa mille episcopati in tutto il mondo. Ogni anno Missio raccoglie circa 100 milioni di euro per finanziare quasi cinquemila progetti finalizzati all’evangelizzazione. Anche la Chiesa evangelica dispone di proprie strutture per il sostegno alle missioni: l’Opera missionaria evangelica. Abbiamo chiesto a mons. Franz Grave , membro della Commissione per le questioni della Chiesa universale della Conferenza episcopale, di descriverci l’impegno missionario della Chiesa tedesca.
Come si esprime l’attività missionaria delle diocesi tedesche?
“Con la consacrazione, ogni vescovo si assume la corresponsabilità dello sviluppo della Chiesa universale. La missione ‘ad gentes’ è quindi compito di ogni diocesi. Ciò avviene in diversi modi, ad esempio con i gemellaggi tra episcopati. Le opere missionarie della Chiesa universale sono anche strumenti particolari per aiutare i vescovi a svolgere l’attività pastorale e sociale nella Chiesa universale. Questo aspetto diviene sempre più importante e la Germania è tornata ad essere un paese missionario: cresce l’impegno dei vescovi per la nuova evangelizzazione. A tal fine, credo che le esperienze di annuncio in altri continenti possano essere molto utili anche per la ‘nuova evangelizzazione’ dell’Europa. Le opere missionarie sono ponti di scambio vicendevole dei doni e di arricchimento reciproco per la Chiesa nei vari Paesi”.
Qual è la situazione delle vocazioni missionarie in Germania?
“Sono soprattutto i giovani sacerdoti a mostrare un grande interesse per la missione. Molti di essi vorrebbero svolgere per un certo tempo un’attività presso i continenti poveri ma il numero ridotto di nuove vocazioni limita la possibilità di assegnare i sacerdoti a questi compiti. L’impegno missionario viene accolto anche dai laici: molti giovani aderiscono all’iniziativa ‘missionario a termine’ e alla fine di questa esperienza riconoscono di essere cambiati e di essere diventati più maturi. La permanenza nei Paesi poveri e il contatto con la fede delle persone del luogo sono spesso determinanti e formativi”.
Come si è sviluppata l’esperienza tedesca dei sacerdoti di “Fidei donum”?
“L’appello di Papa Pio XII ad inviare sacerdoti nei Paesi dell’America Latina, afflitti da una grave crisi vocazionale, come ‘dono della fede’, fu accolto a suo tempo dalle diocesi tedesche con grande disponibilità e naturalezza. I sacerdoti ‘Fidei donum’ sono per la Chiesa tedesca importanti intermediari tra i continenti e contribuiscono in modo considerevole allo scambio. L’impegno pastorale dei sacerdoti tedeschi in America Latina ha portato frutti abbondanti. Normalmente, al termine di una prima fase di attività di cinque anni, i sacerdoti chiedono di poter continuare a rimanere in missione e molti dei primi sacerdoti di ‘Fidei donum’ si sono dedicati permanentemente al loro compito, che li realizza in pieno”.
Quali iniziative concrete vengono promosse in Germania durante il mese di ottobre, mese missionario?
“In molte diocesi si festeggia ufficialmente l’inaugurazione del mese missionario. Si svolgono corsi di formazione per i collaboratori di parrocchie, visite di rappresentanti delle Chiese del sud del mondo, si tengono conferenze stampa e interviste; vi è infine la domenica dedicata alle missioni, celebrata in modo speciale e con una raccolta di fondi per l’attività missionaria in Africa, Asia e Oceania. In Germania, lo slogan scelto per la domenica delle missioni di quest’anno è: ‘Dateci la speranza!’ e la nostra attenzione va in particolare all’Africa meridionale, profondamente colpita dall’Aids. Con l’occasione, verranno presentate le molteplici attività della Chiesa contro la disperazione causata da questo flagello”.
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