editoriale" "
Avere una moneta forte, sicura e unica è una garanzia. Occorre tuttavia accrescere la nostra autostima europea” “
Il secolo XXI ci ha svegliato con nuove banconote e monete tra le mani. Un cambiamento forte, generazionale. È, come tutti i cambiamenti, un traguardo e un inizio. Punto di arrivo di tanti sforzi economici per salire tutti nello stesso treno e punto di arrivo anche politico, visto che la stabilità delle democrazie era un fattore chiave e decisivo. E la grande speranza che l’unione ci renda tutti più forti, non per vincere o demolire economie più forti, ma per migliorare in servizi e in qualità di vita, eliminare differenze, disuguaglianze e discriminazioni e così progredire in umanità e in stabilità.
L’euro è cosa di tutti. Certamente quest’anno tutti ci siamo sforzati a calcolare il controvalore, ad abbandonare la vecchia moneta senza afferrarci troppo ad atteggiamenti nostalgici, e soprattutto a illuderci che questo nuovo simbolo sia positivo per tutti e non solo per pochi. Ma il cuore pensa più velocemente che la mente, e anche se non abbiamo più problemi ad identificare le nuove monete, né per contare quanto dobbiamo pagare o ricevere in resto, ci risulta più difficile di quanto previsto “pensare” in euro. Questo richiede tempo e pratica, così come per imparare una lingua, prima traduciamo, ma dopo un po’ siamo già capaci di pensare nella struttura di quella lingua nuova.
Non sarebbe giusto non qualificare come un successo il trasferimento delle vecchie monete all’euro. Dalle modifiche informatiche, d’intestazione di tante macchine automatiche fino all’ultimo centesimo della nostra tasca. Non possiamo lamentarci e dobbiamo congratularci con noi stessi. L’effetto “arrotondamento” però, con i rincari che ne sono conseguiti, ci ha colpito negativamente, nonostante altre istanze vogliano negare il fatto. L’apprezzamento psicologico dei numeri bassi e dei decimali come aggiunte senza importanza ci hanno condotto a contare con un “più o meno” che sfortunatamente di solito è sempre “più”. La semplificazione e la comodità hanno un prezzo!
A livello macroeconomico dobbiamo dire che il passo fatto, sebbene non gigantesco, è molto importante. Non solo perché avere una Banca centrale europea distingue, ma perché molte frontiere e muri sono caduti. Infinità di operazioni, transazioni e cambi di valuta prendevano tempo e denaro. Poter negoziare tra agenzie di diversi Paesi con lo stesso linguaggio economico e sotto le stesse leggi non può portare altro che chiarezza, sicurezza e aumento della concorrenza. Il cambio però non è meno importante aldilà delle frontiere d’Europa. Avere una moneta forte, sicura e unica frutto della diversità dei Paesi – è una garanzia di fronte al mercato americano ed asiatico. La quasi parità con il dollaro ci aiuta. Bisogna però aumentare la nostra autostima europea. Unione e unità sono due parole molto usate in questo processo. Sono sinonimi di cooperazione, solidarietà e speranza, per eliminare ingiustizie che ancora non siamo riusciti a cancellare. Altrimenti avremmo fatto una semplice uniformità, con trucco e vestiti nuovi per una passerella.