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Il “sì” dell’Irlanda al referendum sull’Europa rafforza le prospettive di un allargamento dell’Unione Europea a 25 Paesi e monopolizza l’attenzione dei principali quotidiani europei. Le Monde del 22/10, in prima pagina, sottolinea che il presidente francese, Jacques Chirac, ha definito il “sì” irlandese “un’occasione storica per l ‘Europa”. Il futuro dell’Europa: avanzare o rinnegarsi”, è il titolo dell’articolo firmato dal presidente della Repubblica portoghese, Jorge Sampaio, sul quotidiano francese: “L’Unione europea – fa notare il presidente – si appresta a varcare un traguardo decisivo per la propria storia (…). Il prossimo allargamento non modificherà solamente le dimensioni dell’Unione ma gli farà cambiare scala di valori. Affinché questo cambiamento possa imporsi come un fatto caratterizzante del nostro secolo, bisognerà anche rinforzare i fondamenti politici dell’Unione Europea” e prima di tutto “mantenere l’Europa vicina ai cittadini” . “Il sì irlandese allarga l’Europa”, titola La Croix del 21/10. L’attuale voto (che contrasta con il primo referendum, svoltosi poco più di un anno fa con esito opposto) è il frutto – annota Benjamin Quénelle –di “una vasta campagna di informazione”, condotta anche attraverso “l’invio di istruttivi prospetti a domicilio e la diffusione di filmati alla televisione. Con un messaggio chiaro: spiegare le riforme istituzionali del trattato di Nizza in modo da respingere gli attacchi” antieuropei. “Malgrado una campagna piuttosto monotona – fa notare, inoltre, l’autore dell’articolo – dove la parola ‘allargamento’ non è apparsa sui manifesti elettorali si è data la priorità alla dimensione morale di questo voto: l’Irlanda, che ha tanto beneficiato economicamente e socialmente dell’Unione, non avrebbe potuto rifiutare ai paesi dell’Europa dell’Est gli stessi aiuti che riceve da trent’anni. ‘Dopo tutto, siamo europei’, insisteva la propaganda degli ultimi giorni. Argomenti che hanno finito per mobilitare gli ultimi indecisi”.
Numerosi anche i commenti della stampa tedesca sul referendum in Irlanda per la ratifica del trattato di Nizza. Su Die Welt del 21/10, Andreas Middel osserva: “ L’Europa tira un sospiro di sollievo. Un ‘no’ avrebbe ritardato di mesi l’unione pacifica del vecchio continente. Ma in nessun caso dal ‘sì’ dell’Irlanda può dedursi un ampio consenso nei confronti del trattato di Nizza e dell’attuale costituzione dell’UE ad esso legata“. La Süddeutsche Zeitung della stessa data pubblica un articolo di Cornelia Bolesch che così commenta: “ Sarebbe stupido se i responsabili europei non traessero insegnamento dal doppio referendum. L’esito felice nasconde solo in parte i lunghi timori. Ma ha mostrato che in occasione di ogni plebiscito vi è la minaccia di una crisi potenziale solo perché il popolo sa poco o nulla di istituzioni, regole e scopi di questa Unione. L’Europa deve essere finalmente compresa e sostenuta dai suoi cittadini – prosegue – altrimenti si disintegrerà. Pertanto, non il centralismo deve essere l’obiettivo ma un maggior ancoraggio ai Paesi membri e più visibilità dell’Europa“. “ Votare fino a quando il risultato va bene: ammonizioni, minacce e appelli hanno portato in seconda battuta gli irlandesi ad un sì all’allargamento dell’UE“, scrive Michael Bergius sulla Frankfurter Rundschau del 21/10. “ La ragionevolezza degli irlandesi“, titola la Frankfurter Allgemeine Zeitung del 22/10. “ Gli irlandesi hanno dato l’esempio al resto della comunità“, annota Peter Hort. “ Con il loro sì deciso ad un trattato imperfetto hanno reso chiaro che esiste una scala di priorità orientata al benessere comune, con valori superiori all’imposizione di interessi nazionali“. Il settimanale Der Spiegel del 21/10 pubblica un’intervista a Valéry Giscard d’Estaing, presidente della Convenzione per il futuro dell’Europa. Interrogato sulle ragioni di una Costituzione europea, spiega: “ L’attuale situazione dell’Unione è molto complicata. I trattati di Roma erano ancora relativamente semplici e chiari. In seguito sono stati prodotti molti altri trattati, protocolli, regolamenti speciali, che rendono il tutto assolutamente illeggibile. Ora ci troviamo in una nuova fase, abbiamo bisogno di un testo comprensibile anche agli studenti europei. Il secondo motivo – aggiunge – è l’allargamento dell’UE. Per far funzionare l’Europa, dobbiamo migliorare profondamente il sistema, adeguandolo all’elevato numero di Stati membri“.