Spagna ” “” “

Dal 1979 la Chiesa cattolica è finanziata dai contribuenti spagnoli. Attraverso la dichiarazione dei redditi i contribuenti possono destinarle lo 0,5 per cento del gettito fiscale, barrando la casella “Iglesia catolica”. Passa da qui il mantenimento di 25.000 parrocchie, luoghi di culto storici e interventi sociali in Spagna e all’estero e di 23.000 sacerdoti. Al numero 1 di calle de Añastro, a Madrid, sede della Conferenza episcopale spagnola (Ces), e del Segretariato per il sostegno alla Chiesa, negli ultimi anni si è lavorato anche alla pubblicità. “Dichiara il tuo patto con la Chiesa” era lo slogan della campagna stampa ’99, che puntava sull’appartenenza al credo più diffuso del paese: “Sei uno degli oltre 30 milioni di cattolici”. “Per vivere la fede” recita invece la campagna 2001: una bambina bionda tocca lo schermo di un computer dove appare un campanile. Allo zero e cinque per cento si aggiunge la Giornata della chiesa diocesana, con una comunicazione a livello locale, anche se nel 2001 la Ces è intervenuta con la campagna nazionale “La chiesa diocesana è una grande famiglia”. La recente crescita della Chiesa sui media rafforza anche visivamente questa sensazione: il colpo d’occhio è notevole tra canali pubblici nazionali TVE, radio, internet. Quasi tutte le diocesi sono rappresentate “on-line”, insieme a centinaia di parrocchie. All’interno dei siti, oltre alle campagne 2001, è frequente trovare come oggetto di comunicazione pubblica, ma anche veicolo di trasparenza finanziaria, il programma informatico di gestione della contabilità parrocchiale “Alfa Iglesia”. Molte diocesi lo hanno inserito “on-line” a disposizione dei parroci, che possono così scaricarlo dalla rete.