Costituzione, l’idea, le idee” “

” “"E’ il momento di far capire ai cittadini che l’Europa è qualcosa ” “che li riguarda ” “direttamente…" è il ” “pensiero di Ingolf Pernice sul futuro ” “trattato costituzionale europeo ” “


Il cammino dell’integrazione europea, le difficoltà incontrate, il futuro trattato costituzionale europeo: ne abbiamo parlato con Ingolf Pernice , docente di Diritto pubblico europeo all’Università Humboldt di Berlino.

Professor Pernice, a che punto è il cammino dell’integrazione europea?
“Siamo ad un punto storico. E’ il momento di far capire ai cittadini che l’Europa è qualcosa che li riguarda direttamente e non solo una questione dei governi degli Stati membri. Il cammino che si sta facendo in seno alla Convenzione per il futuro dell’Europa è pubblico e mostra ai cittadini la possibilità di partecipare alla stesura della futura costituzione europea”.
A suo giudizio, quali caratteristiche dovrà avere il futuro trattato costituzionale europeo?
“La costituzione europea dovrebbe rappresentare un complemento di quelle nazionali, cioè dovremmo disporre di un sistema unico composto di due parti: le costituzioni nazionali e il trattato costituzionale europeo. Il problema che abbiamo oggi è di riformulare e rivedere i trattati esistenti per riportarli in un testo più prossimo alla comune idea di costituzione”.
Il processo d’integrazione europea avrà un’influenza sui sistemi costituzionali degli Stati membri?
“Sicuramente l’integrazione europea lascerà un segno sulle costituzioni degli Stati membri. Questo è un processo di ‘costituzionalismo multilivello’, nel quale i cittadini degli Stati membri sviluppano, attraverso i rispettivi governi, un’autorità pubblica sovranazionale, investita di poteri originali per andare incontro alle sfide e agli obiettivi che gli Stati da soli non potrebbero perseguire”.
Concretamente quale incidenza ci sarà sui sistemi politici nazionali?
“Ci sarà una permanente ricollocazione di competenze e poteri non soltanto con la revisione dei Trattati ma anche con la loro implementazione sia nelle istituzioni europee sia nelle autorità nazionali. Il lavoro della Convenzione sul futuro dell’Europa istituito con la dichiarazione di Laeken nel dicembre 2001 condurrà non solo ad una revisione dei Trattati esistenti in vista dell’elaborazione della futura costituzione o trattato costituzionale europeo ma implicherà anche una modifica delle costituzioni nazionali”.
A suo avviso, questo processo interessa alla gente o è considerato un fatto che riguarda solo i governi?
“Credo che il processo della Convenzione sarebbe presente a tutti se avessimo un sistema europeo più democratico. È fondamentale che le responsabilità delle istituzioni e delle persone che governano l’Unione siano più trasparenti per i cittadini, i quali devono essere messi in condizione di giudicare l’operato reale dei loro rappresentanti e dei funzionari, così da poter chiedere la loro sostituzione in caso di comportamenti negativi”.
Sul cammino dell’integrazione pesano anche le divisioni che emergono tra gli Stati membri circa importanti questioni, come il possibile attacco all’Iraq?
“Le divergenze d’opinione, quali quelle sulla guerra in Iraq, non ostacolano il processo d’integrazione ma dimostrano la necessità di una voce dell’Europa a livello internazionale. Quando Schroeder si oppone alla guerra in Iraq, la questione resta circoscritta ai rapporti tra Germania e Stati Uniti; quando, invece, è l’Europa ad essere favorevole o contraria alla guerra, questa dichiarazione ha un peso molto diverso”.
Gigliola Alfaro